23/01/2019 Teatro

mercoledì 23 gennaio ore 21

regia e drammaturgia Giuseppe Argirò
con Maria Cristina Fioretti, Maurizio Palladino, Maria Cristina Gionta, Silvia Falabella, Filippo Velardi

Lo spettacolo ripercorre la disperazione del tragitto, sino alla destinazione infernale dei lager. Le voci di Primo Levi e le riflessioni di Pasolini sulla Shoà danno vita a una partitura polifonica in cui prevale l’aspetto corale tipico della scrittura tragica senza catarsi. Lo spettacolo si chiude con un monologo originale Giuseppe Argirò che racconta il ritorno e l’ angoscia della sopravvivenza. La storia non sembra aver espiato ancora le sue colpe e il teatro sembra essere l’unica possibilità di resistenza alla rimozione perché ancora rituale collettivo.

La tessitura drammaturgica ha una struttura metateatrale: immagina, infatti, una compagnia di attori ebrei che prova Le Baccanti di Euripide. La scelta non è ovviamente casuale. La tragedia narra l’invasamento di Agave e l’uccisione del figlio Penteo che si rifiuta di credere in Dioniso, rigettando il
culto della personalità e l’adorazione incondizionata del dio. L’analogia con il nazismo e ogni dittatura nata
dall’acquiescenza delle masse è evidente. Gli attori diventano essi stessi protagonisti di un viaggio senza ritorno verso Auschwitz, che verrà rappresentato grazie alle testimonianze del processo di Francoforte che si svolse dal 1963 al 1965.

Lo spettacolo ripercorre la disperazione del tragitto, sino alla destinazione infernale dei lager. Le voci di Primo Levi e le riflessioni di Pasolini sulla Shoà danno vita a una partitura polifonica in cui prevale
l’aspetto corale tipico della scrittura tragica senza catarsi. Lo spettacolo si chiude con un
monologo originale Giuseppe Argirò che racconta il ritorno e l’angoscia della sopravvivenza. La storia non sembra aver espiato ancora le sue colpe e il teatro sembra essere l’unica possibilità di resistenza alla rimozione perché ancora rituale collettivo. Le vittime e i carnefici condividono in scena le sorti di un’umanità dolente e senza riscatto, a cui solo il palcoscenico può garantire la vita.
Lo spettacolo, nella sua coralità riflette un’umanità dolente, senza nome e senza identità, afferma la condizione inesorabile del prigioniero e decreta la demolizione dell’uomo. Ognuno degli attori è un sopravvissuto che non può avvalersi del diritto di rimozione ma ha il dovere di ricordare assecondando il potere salvifico della scena. L’ attore, quindi sacrifica ogni velleità narcisistica a favore di un progetto collettivo che ha il compito di trovare un nuovo linguaggio atto a esprimere una memoria che va al di là di ogni possibile parola e arriva all’ essenza del dolore.

BIGLIETTI
intero 10,50 Euro
ridotto 8,50 Euro
giovani 7,00 Euro
invalidità 5,00 Euro
diversamente abili 2,50 Euro
prezzo speciale GIFT CARD 7,50 Euro

info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it