domenica 15 maggio ore 21
Tam Teatromusica – IT
VERSO KLEE
un occhio vede, l’altro sente
ideazione Pierangela Allegro e Michele Sambin
testi Pierangela Allegro
direzione Michele Sambin
con Flavia Bussolotto e Alessandro Martinello
la voce del bambino è di Alvise Pavanini
musiche originali e rielaborazioni sonore Michele Sambin
scene maschere luci Pierangela Allegro e Michele Sambin
animazione video Raffaella Rivi
consulenza storiografica Cristina Grazioli
una produzione Tam Teatromusica
con la collaborazione di Comitato Mura di Padova, Bel-Vedere/Progetto Partecipato tra artisti-operatori-cittadini a cura di Echidna ass. cult. e Comune di Mirano, Associazione Nuova Scena di Piove di Sacco
▶ dai 6 ai 13 anni 🕖 durata 50′
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Figure a metà tra marionetta e burattino accompagnano gli spettatori nel mondo di Klee. Sono figure che si muovono all’interno di uno spazio in continua trasformazione, intimo come intima è l’arte di Klee. Uno spettacolo per avvicinare i giovanissimi ai linguaggi e alla poetica dell’arte contemporanea.
🔸 TBM ven 13 ore 18 • TDL dom 15 ore 21 🔸


Uccelli di conoscenza
pesci di cuore
minuscole creature dagli occhi senza confini…
Buongiorno a voi!

Verso Klee un occhio vede, l’atro sente completa la trilogia di Tam sulla pittura del ‘900. Il progetto è pensato per avvicinare i giovani spettatori all’arte visiva del secolo scorso e agli artisti che hanno rinnovato con la loro tecnica e la loro poetica il linguaggio della pittura e dell’arte. Dopo Chagall (Anima Blu), Picasso (Picablo) è ora la volta di un pittore musicista: Paul Klee, con il suo violino suonato in quartetto, per lungo tempo nel dubbio se diventare pittore o musicista. Con i suoi burattini realizzati per il figlioletto Felix. Con le sue parole poetiche grazie alle quali ci ha lasciato liriche di grande intensità. Con il suo insegnamento al Bauhaus e i suoi testi teorici. Con tutta la riconoscibilità di alcune sue opere entrate prepotentemente nello sguardo di molti… Spogliare la pittura di Klee dai luoghi comuni per ricercarne la natura più nascosta e segreta, è forse l’ambizione di questo nostro lavoro scenico. Abbiamo immaginato allora l’incontro, ideale, tra Klee e Tam: tra il pensiero sull’arte espresso da Klee e la poetica teatrale di Tam, tra la sua ricerca pittorica e la nostra ricerca scenica. E dopo esserci immersi nei suoi diari e negli appunti per le lezioni al Bauhaus, in molte sue opere pittoriche e aver riflettuto sui titoli particolarissimi e spesso ironici delle sue creazioni, dopo aver subito il fascino della collezione dei burattini che Klee costruiva e poi donava al piccolo figlio Felix perché giocasse al suo teatro, abbiamo scelto per la prima volta di misurarci con la maschera. Sono nate così le figure a metà tra la marionetta e il burattino che abitano la scena e accompagnano gli spettatori nel mondo di Klee. Sono figure – fantastiche o ispirate alla realtà – che si muovono all’interno di uno spazio in continua trasformazione, uno spazio fatto di stanze, intimo come intima ci è parsa l’arte di Klee. E i segni geometrici dell’artista, appartenenti al suo vocabolario primordiale, le materie dei suoi straordinari sfondi, le forme fantastiche che popolano la sua interiorità connotano lo spazio scenico in cui le grandi maschere agiscono e si muovono conducendo per mano lo spettatore in un universo magico che segue la logica dei sogni.

“Molte delle parole che in forma di racconto poetico contrappuntano il lavoro scenico, sono tratte dai Diari di Paul Klee. La scena si presenta composta da una serie di stanze. In continua trasformazione. Abitate da figure a metà tra la marionetta e il burattino: il clown dalle grandi orecchie Signor Oscar, i teatrini col sipario rosso, le maschere cenciose, l’eroico suonatore di violino, Signor Klee. Grazie a loro si costruisce un mondo ad arte dove tutto si intreccia e niente prevale e dove la pulsazione ritmica di luce buio suono e silenzio guida il gioco in cui un occhio vede e l’altro sente. Verso Klee nasce dall’incontro, ideale tra il pensiero sull’arte espresso da Klee e la poetica teatrale di Tam, tra la sua ricerca pittorica e la nostra ricerca scenica. Punti d’incontro li abbiamo trovati nella propensione alla sperimentazione quale luogo di sintesi tra il vedere e il sentire, nell’attitudine compositiva antinarrativa, nella passione per musica e poesia, nel tratto ludico e nello sguardo infantile con cui guardare la vita anche quando non si è più bambini. C’è un testo all’inizio dello spettacolo in cui Klee nomina le minuscole creature dagli occhi senza confini ebbene, per noi quelle creature sono i bambini spettatori ai quali offriamo lo spettacolo così come Klee costruiva e poi donava al piccolo figlio Felix i burattini, perché giocasse al suo teatro. Cosa ne faranno dello spettacolo i bambini che lo vedranno, resterà per noi un mistero. Ci auguriamo li possa aiutare a re-interpretare il mondo in una chiave magica allusiva e misteriosa. E che li renda leggermente felici. Il teatro, spesso, può farlo.” Pierangela Allegro

Tam Teatromusica, compagnia di produzione e progetto riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si esprime nell’area della ricerca e sperimentazione teatrale. Fondata a Padova nel 1980, da Michele Sambin, Laurent Dupont, Pierangela Allegro e dal 2018 con la direzione artistica di Flavia Bussolotto, ha realizzato più di novanta opere in equilibrio tra immagine, suono e gesto. Nell’incrocio e sinergia dei linguaggi espressivi, dalla musica alla performatività dall’installazione al video, Tam delinea un percorso poetico che si concretizza in produzioni teatrali rivolte sia all’area dell’infanzia che del teatro per adulti. Fin dai suoi esordi rivela l’ostinata fiducia in un teatro astratto che non descrive stati d’animo ma li provoca. Il suo linguaggio procede per accumulo di segni, appartenenti per lo più alla sfera dell’astrazione, astratti nel senso di essenziali semplici emblematici, non psicologici. Questi segni contengono una profonda relazione con il mondo reale, lo trasformano, spesso lo rovesciano, lo ricreano, anziché descriverlo.Senza mai perdere di vista l’orizzonte internazionale, Tam ha saputo trovare radicamento nel territorio, rimettendosi continuamente in gioco: nell’impegno con i detenuti del carcere di Padova, nell’attività pedagogica con l’officina delle arti sceniche Oikos, nell’intensa programmazione del Teatro Maddalene, divenuto, tra il1995 e il 2012, uno spazio di produzione e condivisione culturale e artistica aperto alla città, nella costante collaborazione con il Comune di Padova per la proposta culturale rivolta alle scuole e per la ricerca artistica dedicata alla primissima infanzia (da cui sono nati gli spettacoli Chiaro di Terra, in cammino, Ho un punto fra le mani). “Per l’attività di ricerca fra esperienze di interazione sociale e interazione artistica reciprocamente intersecate”, nel 2014 Tam e Sambin vincono il Premio speciale UBU. Sempre attento ai nuovi linguaggi della scena che coniugano la ricerca tecnologica con la sperimentazione artistica, Tam Teatromusica si distingue nel panorama delle arti contemporanee per il suo artigianato tecnologico dal forte impatto visionario e comunicativo, che in anni recenti ha visto il contributo dell’artista multimediale Alessandro Martinello. Significativi in tal senso gli spettacoli che rivisitano scenicamente l’opera di alcuni pittori del ‘900: Marc Chagall, Pablo Picasso, Paul Klee e Vassilij Kandinskij (Anima Blu, Picablo, verso Klee, Ho un punto fra le mani), grazie ai quali Tam riceve molti riconoscimenti in Italia e all’estero. Uno dei linguaggi innovativi che permette di realizzare questi spettacoli è la pittura digitale, per mezzo della quale le opere dei pittori dialogano con gli attori in scena, facendoli interagire con le immagini proiettate e creando visioni inattese e affascinanti. E la sperimentazione sui linguaggi della scena caratterizza anche l’ultimo percorso di ricerca di Flavia Bussolotto sulla fiaba, da cui sono nati Fiabesca e I sei cigni.


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