domenica 5 maggio ore 17 | performance
SCHIANTI MIGRATORI
spettacolo di slam poetry
di e con Viola Margaglio e Matteo Di Genova
e con i partecipanti dello Slam Poetry Lab 1
• a seguire proiezione
AGÀPE
un film di Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares
(ConfrontiKino – Italia 2023)
ingresso gratuito
Due esponenti della scena italiana di poetry slam in una narrazione fantastica sul tema delle migrazioni. Una storia orale e corale che dà voce al nostro presente.
A seguire, proiezione di AGÀPE, un documentario che si discosta dalle solite rappresentazioni delle migrazioni incentrate sul dolore e le violazioni dei diritti, per concentrarsi invece sugli aspetti più intimi e personali come l’amore, l’amicizia e i legami familiari dei migranti.
Slam! È il suono della poesia che si schianta sulla scena, della parola che fugge dalla carta ingiallita migrando verso il presente di una comunità viva. Viola Margaglio e Matteo Di Genova, due tra i partecipanti più attivi della scena italiana di Poetry Slam, in uno spettacolo di poesia performativa che conduce attraverso le migrazioni artistiche che hanno sconvolto il mondo della poesia negli ultimi decenni, e le migrazioni fisiche che caratterizzano la specie umana fin dai suoi albori continuando a muovere il dibattito politico attuale. Nello spettacolo saranno coinvolti i partecipanti allo Slam Poetry Lab 1.
Viola Margaglio è artista e psicologa di comunità. Romana, classe ‘93, cresce a Ostia tra studi artistici, attivismo e volontariato. Abita il mondo della poesia performativa dal 2017. Nel 2019 fonda il collettivo PoetryClan Ostia e dal 2020 al 2023 è coordinatrice per il Lazio delle attività della LIPS – Lega Italiana Poetry Slam. Oltre a esibirsi con performance originali di spoken poetry, si occupa di presentazione e organizzazione di eventi e conduce laboratori di avvicinamento alla slam poetry per adulti e adolescenti. È autrice di “Youth Slam. Uno strumento per la Psicologia Scolastica e di Comunità” di prossima pubblicazione con Mille Gru, in collaborazione con la LIPS.
Matteo Di Genova è attore teatrale e artista di spoken music. Aquilano classe ‘89. Vincitore della V Edizione del Premio A. Dubito di poesia con musica, dell’edizione 2017 del Poverarte – Festival di tutte le arti e terzo classificato agli Europei di Poetry Slam 2021. Ha partecipato allo slam di Zelig TV e si è esibito in festival musicali come MiAmi, GoaBoa e Pinewood. Gira l’Italia coi suoi spettacoli Dixit. prodotto da Zoopalco nel 2017 e Diossido di Cromo, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo e debuttato nel 2018 all’interno della prestigiosa rassegna I Cantieri dell’Immaginario. Nel libro Nati alle 3e32, ed. Round Robin 2019 – con prefazioni di Sabina Guzzanti e Diego “Zoro” Bianchi, racconta la sua esperienza col gruppo hip-hop Zona Rossa Krew nell’immediato post-sisma aquilano.
https://www.instagram.com/digepoetry/
AGÀPE
ConfrontiKino presenta
AGÀPE – Italia 2023
un film di Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares
durata 60′
Attraverso interviste raccolte nei luoghi chiave della rotta migratoria verso l’Europa, i registi offrono una chiave di lettura diversa e più umana sul fenomeno migratorio, stimolando una riflessione sui sentimenti e sui valori che resistono nonostante le enormi difficoltà affrontate dai migranti.
Da quando l’Europa si è trasformata in una fortezza per le migliaia di migranti che tentano di raggiungerla, non sono mancate le testimonianze raccolte sul campo da parte di giornalisti, reporter e operatori umanitari. Immagini, video, racconti, interviste, reportage e documentari hanno contribuito, in maniera più o meno realistica, spettacolare e/o scenica, ad informare istituzioni e società civile su quanto stesse accadendo nei nostri mari, a ridosso dei confini e nei centri di accoglienza e identificazione. Pur nella diversità delle innumerevoli rappresentazioni, il focus è quasi sempre stato la rappresentazione del dolore, della disperazione, delle perdite, delle privazioni, delle violenze subite e delle gravi ed indifendibili violazioni dei diritti fondamentali facenti tutti parte di una grande e dolorosa storia collettiva: quella delle migrazioni. Pur riconoscendo grande valore ed importanza alla mole di testimonianze di questo particolare passaggio storico, sul quale il nostro Paese e l’Europa tutta dovrà un giorno rendere conto, e proprio traendo spunti di riflessione dalle stesse, questo progetto intende spostare il punto di vista, lasciando sullo sfondo la storia e le storie, per concentrarsi su aspetti inediti, tralasciati, trascurati, negati. La notte tra l’8 e il 9 settembre del 2020 un incendio distrugge il più grande campo profughi d’Europa: Moria nell’isola di Lesbo, in Grecia. Giornalisti, reporter e organizzazioni umanitarie si mobilitano ed accorrono per soccorrere, sostenere e anche rendere testimonianza di quella che si presenta subito come una ennesima, immane, tragedia umanitaria. Tutto il mondo è stato testimone degli accadimenti di quei giorni e delle settimane che ne sono seguite. Rappresentata con diversi mezzi, in più modi, da più voci, è stata raccontata una grande e dolorosa storia collettiva fatta di gravi e reiterate violazioni dei fondamentali diritti umani. Da qui è iniziato il nostro viaggio, si sono sviluppate le nostre riflessioni e le nostre motivazioni, hanno preso forma, sono maturate e si sono rafforzate e sono diventate il nostro progetto. Negli ultimi due anni abbiamo visitato i luoghi cardine della migrazione verso l’Europa, filmando ambienti e raccogliendo decine di interviste, con il supporto di traduttori, mediatori e fixer locali, instaurando rapporti di reciproca fiducia, accoglienza e solidarietà e, soprattutto, con l’intenzione di offrire una diversa chiave di lettura, un diverso sguardo che si discostasse dalla storia collettiva per posarsi sulle storie personali, familiari ed intime dei protagonisti e poter parlare con loro non più e non tanto delle terribili esperienze del loro progetto migratorio, ma lasciandole volutamente sullo sfondo, per permettersi anche in questa terribile condizione di esplorare i propri sentimenti. Così abbiamo parlato di amicizia, di amore, di legami. Abbiamo fatto questa scelta perché convinti della forza e della potenza dei sentimenti, che resistono a tutto: alle privazioni, ai lutti, al dolore, alle sofferenze, alle malattie fisiche e psichiche, alle ingiustizie. Nelle tante storie ascoltate abbiamo trovato conferma delle nostre convinzioni. Quando tutto viene a mancare, ma proprio tutto, l’ultima fiammella a spegnersi è l’amore o la speranza di poterlo trovare o ritrovare; molto spesso ultima e unica fonte di forza e determinazione rimasta per poter ancora sperare in un futuro possibile, per aggrapparsi alla propria umanità, non riuscendo a riconoscerla negli altri. Con questa testimonianza (il documentario) ci si prefigge come obiettivo e finalità di sensibilizzare istituzioni e società civile sui temi delle migrazioni e dei migranti, con una chiave di lettura diversa, più intima e più personale, nel tentativo di offrire l’opportunità di esplorare ambiti inediti e di mostrare rinnovate forme di accoglienza e solidarietà. Inoltre si vuole stimolare una riflessione, privata e collettiva, sui sentimenti, sull’amore, partendo proprio dagli ultimi.