11/03/2022 Teatro

venerdì 11 marzo ore 21 | teatro
Associazione blucinque
OIBÒ SONO MORTO
di e con Giovanna Mori e Jacob Olesen
collaborazione artistica Giovanni Calò, Mario Guiducci
disegno luci Luca Febbraro
durata 60’
acquista i biglietti online su vivaticket.com
https://www.vivaticket.com/it/biglietto/oibo-sono-morto/172208

Spettacolo vincitore del premio Federgat I TEATRI DEL SACRO

Liberamente tratto dai romanzi di Jan Fridegard e Arto Paasilinna, lo spettacolo racconta di cosa succede quando “la signora morte” ci viene a prendere. Uno spettacolo dove si affronta il tema dell’aldilà in modo leggero e consolatorio.


Liberamente tratto da due romanzi di autori scandinavi Jan Fridegard e Arto Paasilinna, Oibò sono morto racconta di cosa succede quando “la signora morte” ci viene a prendere, di cosa succede dopo, insomma, di cosa c’è nell’aldilà.
In Oibò i due attori Giovanna Mori, e Jacob Olesen, immaginano un luogo di passaggio tra la vita terrena e l’eternità assoluta. Una specie di “non dove” dove le anime passano e soggiornano prima di andare, “dove non so”. Luogo dal quale non si può tornare indietro, dove non si ha più ne freddo né caldo, né fame, né bisogno di andare dal parrucchiere, ma dove ancora si provano passioni, sentimenti e curiosità. C’è un uomo. Cammina per strada. E lì sta passando una bella donna. L’uomo si volta guardarla. Passa una macchina, lo investe, muore. La sua anima lascia il corpo e si mette a guardare quello che succede. Il trambusto intorno a lui, l’ambulanza l’ospedale. In ospedale. c’è una donna Intorno a lei i parenti che cercano di trattenerla con il loro amore. E l’anima dell’uomo che ha seguito invano il suo corpo, la vede e se innamora. E si mette ad aspettala. Finalmente per lui, purtroppo per lei, eccola che arriva. Comincia così una storia d’amore. Senza paura di retorica, la storia di due anime. Anime che guardano al loro passato con stupore e struggimento e al loro futuro senza possibilità di costruzione, ma intanto “vivono” quel presente.

Giovanna Mori e Jacob Olesen frequentano insieme la scuola J. Lecoq a Parigi. Dalla fine degli anni ’80, Jacob Olesen lavora nella compagnia Donati Olesen mentre Giovanna Mori, insieme a Rosa Masciopinto, fa parte del duo Opera Comique. Quando Opera Comique si scioglie, dopo avere scritto Mi Lascio alla Femis di Parigi insieme al grande sceneggiatore Jean Claude Carriere, Giovanna scrive e cura la regia di diversi spettacoli delle compagnia Donati Olesen, diventa sceneggiatrice di film e fiction, scrive spettacoli (ultimo Amami o cado, per Romina Mondello) e continua a portare in giro i suoi spettacoli in forma di monologhi (ultimo Prego, premio Federgat) mentre la compagnia Donati Olesen continua a lavorare in Italia e all’estero e Jacob Olesen porta in tournée in Italia e in Europa lo spettacolo Primo. L’idea di rimettere in scena il fortunato Oibò sono Morto, nasce dalla necessità, dopo questo periodo così buio e complesso, di avere uno spettacolo dove si affronta il tema dell’aldilà in modo leggero e consolatorio. Senza fingere che niente sia successo ma ritrovandoci insieme, finalmente.


Dalla Rassegna stampa

…Divertente, commovente, una passeggiata surreale nel “non luogo” dove si incontrano i morti che un po’ alla volta si abituano all’idea di non essere più vivi. “Oibò sono morto” è uno spettacolo in cui la coppia Giovanna Mori e Jacob Olesen – entrambi formati all’Ecole Jacques Lecoq e sulle scene da anni – affronta il tema della morte con leggerezza e ironia…. 9Colonne

…se lo spettacolo risulta godibilissimo il merito è anche e soprattutto dei suoi interpreti, i quali sfoggiano un’invidiabile, giocosa complicità che rende magicamente reale il “qui e ora” della scena. Jacob Olesen sprizza quella vitalità e passione che fanno di ogni attimo un istante da godere, lì, subito, volatile, irripetibile, ma tremendamente concreto. Lo stesso effetto Giovanna Mori lo ottiene per vie diverse, dando l’impressione di scoprire ciò che frulla in testa ai suoi personaggi nel momento stesso dell’esecuzione verbale o gestuale con una naturalezza disarmante. Pietro Dattola

…Il divertimento sincero del pubblico conferma la riuscita dello spettacolo, poetico e molto molto divertente. Due ottimi interpreti per un soggetto che sa parlare della morte attraverso la risata, la manifestazione più umana della vita.
PAC

…le anime di due morti innamorati sono incapaci di premere il bottone di un ascensore, ma possono far felice un vecchio vedovo che vive di ricordi, regalandogli la gioia di ballare, seppur solo nel suo sogno ricorrente, un ultimo ballo con la donna della sua vita. Il corpo di ciascuno di noi è paragonato ad un orologio a cucù: perché aspettare che scocchi l’ora in cui la ‘vecchia Signora’ verrà a chiamarci e quell’uccellino che è custodito nel cuore di tutti noi esca dall’orologio e voli via svanendo per sempre, per vivere il senso del Tempo e della Vita…? MAGAZINE DI ARTE & CULTURE

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