sabato 8 marzo ore 19 e lunedì 10 ore 11.30 • teatro
Attori & Tecnici presenta
LE SFACCIATE MERETRICI
Donne del Risorgimento italiano
testo e regia Chiara Bonome
con Simone Balletti, Chiara Bonome, Andrea Carpiceci, Chiara David, Elena Ferrantini, Maria Lomurno
movimenti coreografici Chiara David
adattamento musicale Marco Foscari
disegno luci Valerio Camelin
datore luci Alessandro Greco
foto Manuela Giusto
produzione Attori & Tecnici
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Un omaggio all’impegno e al coraggio di tutte le donne che hanno contribuito all’indipendenza e all’Unità italiana, accanto e al pari degli uomini, attraverso il racconto di alcune delle loro storie così incredibili, eppure vere.
La Storia è sempre stata declinata solo al maschile: i personaggi femminili, escluse poche eccezioni, si conoscono costantemente accanto ai più celebri nomi maschili. Si tratta, ad un primo livello, di un problema storiografico ma, più approfonditamente, di un problema sociale. La necessità di raccontare gli eventi tramite le gesta eroiche di soli uomini è un punto nevralgico ancora straordinariamente attuale. Le donne sono sempre state identificate con la fragilità, la debolezza, il limite. La realtà è ben diversa, come si vuole dimostrare da secoli con straordinaria forza, riconquistando per le donne lo spazio storico, letterario, storiografico che a loro appartiene. Il periodo storico su cui lo spettacolo pone la propria gentile lente d’ingrandimento è il Risorgimento italiano, movimento ideologico e letterario che portò al conseguimento dell’Unità nazionale, anche grazie a donne straordinarie, di ogni estrazione e provenienza sociale, nella maggior parte dei casi dimenticate dalla memoria storica. Le donne fecero risorgere l’Italia e l’Italia fece risorgere le donne. Senza rinnegare il ruolo di madri, mogli, compagne, sorelle, non vollero rispettare i destini a loro riservati dalla tradizione: volevano partecipare! E le loro idee si rivelarono decisive in molte situazioni. “Le sfacciate meretrici” vuole essere un omaggio all’impegno e al coraggio di tutte le donne che hanno contribuito all’indipendenza e all’Unità italiana, accanto e al pari degli uomini, attraverso il racconto di alcune delle loro storie così incredibili, eppure vere.
Note di regia
La prima volta che sono venuta a conoscenza di una delle storie di queste donne dimenticate avevo 17 anni: lessi sulle pagine di un libro il nome di Colomba Antonietti Porzi, ma non era corredato di altre informazioni. Un nome spoglio di storia. Tanto bastò a suscitare la mia curiosità: così conobbi Colomba e la sua storia, forse la più commovente tra tutte, e scrissi un racconto di getto. Da quello stesso racconto ho tratto alcune parole per la sua scena ne “Le sfacciate meretrici”. A poco a poco, negli anni, sono venuta a conoscenza di tante storie incredibili e assolutamente sconosciute ai più, che hanno, però, determinato non solo la Storia intesa come cronologia di eventi, ma la condizione femminile, questione ancora oggi in equilibrio precario. Da qui, la necessità, l’urgenza di comunicare, tramandare, raccontare queste storie come lastre di marmo sul selciato dei nostri percorsi di donne e di uomini. A lungo, però, mi sono interrogata su quale potesse essere l’idea di messa in scena migliore: il rischio, con tante storie separate, è sempre quello di annoiare anziché avvincere. La Compagnia Attori & Tecnici, dal 2020, ha arricchito la sua storica compagine di un gruppo di giovani talentuosi con i quali ho la fortuna di condividere il mio percorso da molti anni. Ho avuto, così, la possibilità di impiegare le doti interpretative, canore, musicali di questi giovani artisti per raccontare delle storie che arrivano dritte al cuore di chi ascolta, senza bisogno di mediazioni speciali. Ho sfruttato quasi tutto lo spazio a disposizione, il soffitto della sala, i ballatoi, con l’aiuto di una scenografia essenziale che donasse dinamicità allo sguardo: le pedane sono così palcoscenico nel palcoscenico, oppure navi con vele spiegate. Onnipresenti sono le pagine dei libri: pendono sulle teste degli spettatori appese a dei fili, sono incollate sui cubi di legno che compongono la scenografia, quasi a riscriverne le parole alla luce di una Storia più giusta, più equa, più vera. L’andamento che posso definire cinematografico dei vari quadri che si susseguono, coadiuvato dal prezioso disegno luci di Valerio Camelin, è accompagnato da canzoni del 1850 – 70 interpretate dal vivo e alcuni movimenti coreografici, curati da Chiara David. L’entusiasmo con cui è stato accolto lo spettacolo da parte del pubblico ha ribadito in me la ferma convinzione che sia necessario che il racconto di queste storie straordinarie raggiunga quante più coscienze e anime possibile. (Chiara Bonome)
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