da martedì 11 a sabato 15 febbraio ore 21
domenica 16 febbraio ore 17:30
scritto e diretto da Chiara Bonome
con (in o.a.) Simone Balletti, Chiara Bonome, Andrea Carpiceci, Chiara David, Elena Ferrantini, Maria Lomurno
movimenti coreografici Chiara David
adattamento musicale Marco Foscari
Teatro Vittoria Attori & Tecnici
La Storia è sempre stata declinata solo al maschile: i personaggi femminili, escluse poche eccezioni, si conoscono costantemente accanto ai più celebri nomi maschili. Si tratta, a un primo livello, di un problema storiografico, ma, più approfonditamente, di un problema sociale. La necessità di raccontare gli eventi del passato e della Storia, costitutivi del presente, tramite le gesta eroiche di soli uomini eroici è un punto nevralgico ancora straordinariamente attuale. Le donne sono sempre state identificate con la fragilità, la
debolezza, il limite. La realtà, come con straordinaria forza da secoli si vuole dimostrare, riconquistando per le donne lo spazio storico, letterario, storiografico che a loro appartiene, è ben diversa.
Il periodo storico su cui lo spettacolo pone la propria gentile lente d’ingrandimento è il Risorgimento italiano, movimento ideologico e letterario che portò al conseguimento dell’Unità nazionale. Dai libri di Storia apprendiamo le vite di Mazzini, Garibaldi, Armellini, Saffi, Mameli e altri importanti nomi di celebri patrioti. Ma il Risorgimento, in realtà, come ogni pagina della Storia del Mondo, non è stato fatto solo da uomini straordinari, ma anche da donne straordinarie, nella maggior parte dei casi dimenticate dalla memoria storica. Eppure, la loro presenza era sorprendente: donne di ogni estrazione e provenienza sociale, nobili, borghesi, popolane, contadine di tutte le regioni d’Italia si scoprirono appassionate di
politica e libertà, abolirono le loro differenze di classe e combatterono insieme per un obiettivo comune. Le donne fecero risorgere l’Italia e l’Italia face risorgere le donne. Senza rinnegare il ruolo di madri, mogli, compagne, sorelle, non vollero rispettare i destini a loro riservati dalla tradizione: volevano partecipare! E le loro idee si rivelarono decisive in molte situazioni. La prima bandiera italiana fu esposta alle finestre da Maddalena Montalban Comello, la camicia rossa di Garibaldi è stata ideata e fatta cucire da Anita, Bianca Milesi Moyon inventò il codice segreto per i messaggi tra i cospiratori, e furono centinaia le donne che sacrificarono la loro vita per l’ideale dell’Italia unita e libera.
“Le sfacciate meretrici” racconta di Eleonora de Fonseca Pimentel, nata “marchesa” e morta rivoluzionaria sul patibolo di piazza del Mercato a Napoli, di Teresina, la “bella Gigogin”, che ha ispirato la canzone che ancora oggi è l’inno dei Bersaglieri, eseguita per la prima volta in pubblico la notte di Capodanno del 1858 al Teatro Carcano di Milano e che, nonostante le apparenze frivole, cela in realtà un significato profondo e politico; di Cristina Trivulzio di Belgioioso, donna di forza e intelligenza fuori dal comune, che seppe organizzare e gestire dodici ospedali durante la Repubblica Romana del 1849 e rispose a tono a papa Pio IX quando soprannominò “sfacciate meretrici” le donne che prestarono aiuto e soccorso negli ospedali; di Anita Garibaldi e Giuditta Bellerio Sidoli, più conosciute perché compagne di Garibaldi
e Mazzini, ma che dovrebbero essere ricordate per ben altri meriti; infine, di Giuditta Tavani Arquati, uccisa dagli zuavi insieme a marito e figlio e di Colomba Antonietti Porzi, unica donna ad avere un busto al Gianicolo assieme agli altri uomini patrioti, che morì a ventitré anni, vestita da soldato, sotto alle bombe dei francesi. “Le sfacciate meretrici” vuole essere un omaggio all’impegno e al coraggio di tutte le donne
che hanno contribuito all’indipendenza e all’Unità italiana accanto e al pari degli uomini, attraverso il racconto di alcune delle loro storie così incredibili, eppure vere.
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06/2010579 (dalle 10:30 alle 19:30)
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