venerdì 27 maggio ore 21 | teatro
Nutrimenti Terrestri presenta
LE MILLE BOLLE BLU
di Salvatore Rizzo
regia e interpretazione Filippo Luna
durata 60’
Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010
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Una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta, che va avanti, parallela a una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni.
Una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta che va avanti, parallela ad una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni: è il tema de “Le mille bolle blu”, monologo scritto dal giornalista Salvatore Rizzo, interpretato e diretto da Filippo Luna. “Le mille bolle blu”, ha debuttato al Nuovo Montevergini del capoluogo siciliano e, dopo una serie di fortunate repliche, è stato ospitato da diversi teatri pubblici e privati in varie regioni italiane (dalla Lombardia al Veneto, all’Umbria) e in diversi festival (dalle Orestiadi di Gibellina a Taormina Arte). Per l’interpretazione di questo monologo, il protagonista, Filippo Luna, ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010 per aver realizzato “una perfetta sintesi scenico- attorale di emozione e disincanto”.
“Le mille bolle blu” racconta la storia di Nardino e Manuele, barbiere di borgata il primo, avvocato il secondo: si conoscono, giovanissimi, nel salone da barba dove Nardino fa l’apprendista sotto lo sguardo del padre e Manuele è figlio di un cliente facoltoso. È l’inizio degli anni Sessanta, quello, per l’appunto, in cui Mina impazza con “Le mille bolle blu”. Destinati a ruoli sociali e familiari prestabiliti (quelli di mariti irreprensibili e di padri premurosi) i due portano avanti per trent’anni una storia di sentimento e passione che si nutre anche della clandestinità in cui viene vissuta, che ne è linfa e tormento al tempo stesso. La morte di Manuele, per malattia, diventa il pretesto perché Nardino, nell’impossibilità di piangere apertamente l’uomo che ha amato e di gridare a tutti il proprio dolore, ripercorra alcune tappe di quei trent’anni, tra nostalgia e amarezza, rabbia e dolcezza. Un altare di ricordi che sancisce l’universalità di quel sentimento al di là di ogni barriera e di ogni preconcetto.
“Le mille bolle blu” è tratto dall’omonimo racconto dello stesso Salvatore Rizzo per il volume “Muore lentamente chi evita una passione – Diverse storie diverse” (Pietro Vittorietti Editore) che raccoglie dieci storie di omosessualità maschile, tutte tratte dalla vita reale, ambientate in Sicilia dagli anni Venti del secolo scorso ai nostri giorni.
Filippo Luna
Filippo Luna
Diplomato nel 1992 alla Scuola dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nella stagione 2009/’10
TEATRO. È stato diretto, tra gli altri, da Thierry Salmon, Giancarlo Sepe, Roberto Guicciardini, Sandro Sequi, Filippo Crivelli, Giancarlo Sammartano, Franco Però, Patrice Kerbradt, Luciano Nattino, Pietro Carriglio, Franco Scaldati, Claudio Collovà, Beno Mazzone, Lia Chiappara, Rinaldo Clementi, Alfio Scuderi, Umberto Cantone, Francesco Micheli.
Ha lavorato per il Teatro Biondo-Stabile di Palermo, per il Teatro Massimo di Palermo, per il Teatro Stabile di Catania, per l’Inda e per le Orestiadi di Gibellina. Dal 2004 è stato interprete di diversi spettacoli scritti e messi in scena da Vincenzo Pirrotta, dal 2008 ha collaborato con la compagnia M’Arte di Giuseppe Cutino e Sabrina Petyx, dal 2011con la compagnia Risorse Umane di Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte (per “Il Rosario” e “Paranza-Il miracolo”). Nel teatro-danza è stato impegnato con le compagnie di Mimma Testa e Giovanna Velardi.
Nel 2008 ha esordito nella regia dirigendo “Le mille bolle blu” di cui è stato protagonista continuando poi con “La porta della vita”, “Astolfo sulla Luna” (dall’”Orlando furioso”) e “Il piano segreto”(da Michele Perriera). Nel 2015 interpreta Zeus nel “Crepuscolo d’Arcadia” di Marco Filiberti. “È una tragedia è una commedia”, di Thomas Bernhard, regia di Roberto Andò (2017); “La veglia”, scritto e diretto da Rosario Palazzolo (2017); “Ai quattro punti del mondo…”, regia di A. Scuderi (2017); “Pomice di fuoco”, scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta (2018); “La tempesta” di William Shakespeare, adattamento di Nadia Fusini, regia di Roberto Andò (2019)
CINEMA. Emanuele Crialese lo ha voluto per il ruolo di Don Ercole in “Nuovomondo” e del medico in “Terraferma”, Andrea Porporati per il direttore del carcere in “Il dolce e l’amaro”. Ed è ancora sui set de “La matassa” di Ficarra e Picone, “Viola di mare” di Donatella Maiorca, “Con gli occhi di un altro” di Antonio Raffaele Addamo, “Ninnarò, il presepe raccontato” di Vincenzo Pirrotta. Per “Salvo”di Piazza e Grassadonia (premio della Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2013) è dialogue coach e interprete del killer di mafia. Ne “La trattativa” di Sabina Guzzanti (Mostra del Cinema di Venezia 2014) recita il ruolo di Massimo Ciancimino. È il protagonista de “Lo scambio” di Salvo Cuccia (in concorso al Torino Film Festival 2015). E sempre nel 2015 recita in “Linea 101” di Antonio Bellia. Interpreta “Sicilian Ghost Story”, regia di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (2016), “Una storia senza nome”, regia di Roberto Andò (2018)
TELEVISIONE. Ha lavorato ne “Il commissario Montalbano” di Alberto Sironi per Raiuno (2005), “Squadra antimafia Palermo – Oggi” di Beniamino Catena per Canale 5 (2010) e “Il commissario Maltese” di Gianluca Tavarelli per Raiuno (2016) “La mafia uccide solo d’estate” – La serie, regia di Luca Ribuoli (2017); “La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata”, regia di G. M Tavarelli 2018; “Màkari”, regia di Michele Soavi – miniserie TV (2021). “Incastrati”, regia di Ficarra e Picone – serie Netflix (2022).
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Rassegna Stampa
Carmelita Celi, La Sicilia
“Strepitoso, inchiodante, lancinante atto unico, cinquanta sfrenati, misuratissimi minuti in cui si consuma il racconto epico dell’omosessualità”
Guido Valdini, la Repubblica Palermo
[…] Spettacolo di realismo evocativo ed emozionale, diretto con cura e sensibilità dallo stesso protagonista, in scena solo una vecchia poltrona da barbiere, forbici e pettine, una gigantografia dei due reali (immaginiamo) protagonisti, Filippo Luna ci regala un’eccellente prova d’attore, evitando tutti i rischi di un facile coinvolgimento esteriore, facendoci partecipi, con la misura dell’attore di razza, della sua trascorsa felicità e della sua tristezza senza fine. Passione, rabbia sarcasmo, dolcezza sono attraversati dalla nostalgia delle canzoni anni ’60 per uno struggente omaggio ad un amore che non si arrende alla morte. […]
Simonetta Trovato, Giornale di Sicilia
[…] Un testo gonfio, veloce, sincero, spesso molto forte, che non le manda a dire e marcia spedito su due piani di linguaggio, io e gli altri. Anzi noi, Nardino e Manuele, e gli altri, i parenti, le mogli, i padri, insomma la vita quotidiana, le regole, i bisogni. Filippo Luna ha aggiunto il resto: e trasformato un racconto bello in un monologo splendido. […]
Gianfranco Capitta, Il Manifesto
[…] Arriva come un pugno uno spettacolo piccolo e privato, ma che pure urla di problemi brucianti e coinvolgenti, con l’intensità di un attore solo, Filippo Luna, che attorno a una sedia da barbiere scopre squarci inusitati sulla società siciliana e sul «privato» maschile. […] Al suo racconto si ride oltre che emozionarsi, e lo fa anche il pubblico […]
Antonio Giordano, La Sicilia
[…] Il testo è scritto in modo esemplare, denso di poesia, di una teatralità forse difficile da rendere e per la quale occorreva un attore che si calasse in “full immersion” nel ruolo. Filippo Luna è stato uno splendido Nardo, intenso, suggestivo, infaticabile. Se ne esce commossi e scossi. […]
Giancarlo Mirone, Ansa
[…] Monologo su una abrasiva eppure dolce passione omosessuale, scritto dal giornalista Salvatore Rizzo, interpretato e diretto da Filippo Luna. […] La sceneggiatura di Rizzo si è rivelata agile e persuasiva, riuscendo ad amalgamare furori e soavità, ridisegnando credibilmente i sussulti di un paradiso infernale. Luna, che si è mosso in una scenografia essenziale ritmata da nostalgie musicali consone, ha dato corpo e voce al personaggio con talentuosa energia, danzando con duttilità su quel piano inclinato dove il rischio di slittare e finire fuori strada è sempre incombente […]