07/11/2015 - 08/11/2015 Laboratorio

sabato 7 e domenica 8 novembre ore 10.30/16.30 laboratorio teatro
Compagnia Carullo-Minasi
L’ATTORE E L’OGGETTO
prove semiserie d’attore/autore
a cura di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi

Laboratorio per attori, danzatori e drammaturghi sulla creazione di corti teatrali generati attraverso l’improvvisazione funzionale alla scrittura scenica e l’uso degli oggetti.


Laboratorio rivolto ad attori, danzatori per la definizione di piccoli corti teatrali autogenerati, attraverso l’improvvisazione funzionale alla scrittura scenica, con particolare attenzione rivolta all’uso degli oggetti. Possibile anche la partecipazione di drammaturghi, interessati alla messa per iscritto e libera reinterpretazione delle improvvisazioni sceniche.

“L’azione, nel mistero di cui si fa portatrice, è propriamente intendibile come tale se in concreto qualcosa accade e, come ben si sa, perché quel qualcosa accada, bene è che nulla venga lasciato scoperto, che nulla sia mero rimando ad un progetto estetico. “Tutto è” perché è necessario che sia: gli oggetti, alla stregua delle parole e della fisicità devono corrispondere alle circostanze proposte, consentendo quel salto autorale e non meramente passivo dell’attore posto nella condizione di dovere scegliere quel qualcosa che gli dia la forza e la coerenza, oltre che il gusto e la poetica dell’atto. Prima che attori si è persone, questa la meraviglia sottesa ad ogni forma d’arte. Il fine supremo dell’arte è la libertà dell’uomo, libertà che consente a chi agisce (attore) e a chi osserva (pubblico) di potere intuire l’unicità di ciascun essere umano. E’ proprio in forza della differenza, che traspare per mezzo dell’agire scenico, che si può tentare un avvicinamento al principio di vera uguaglianza. In teatro, a differenza di molte altre arti, c’è quel mistero che ha a che fare con “l’azione”, che se si nomina solo si trasformerà in compito, dunque in mera attività di simulazione. E’ invece nella ricerca della propria organica che risiede la verità innominabile e misteriosa dell’azione, che solo i bambini sanno gestire con tanta perizia. Strumento primo sarà quello della sottrazione, della eliminazione. L’obiettivo della proposta laboratoriale vuole essere quello di una perfetta integrazione di tutti gli elementi volti alla migliore realizzazione di un piccolo atto scenico auto creato, con scelta integrata e perfettibile di tutti gli elementi (persona, compagno/i, spazio, tempo, oggetti, costumi, testo…) Il lavoro sugli oggetti e sui costumi, cui verrà dedicato particolare tempo, è un esempio di come tutto debba trovare un’integrazione organica all’interno della scrittura scenica dell’attore, inevitabile autore. Gli oggetti in scena devono avere un ruolo che giustifichi la loro presenza e, come gli tutti gli altri elementi, un chiaro percorso nella drammaturgia: se non ce l’hanno è meglio non coinvolgerli. Non si tratta di chiedersi come muovere l’oggetto, ma cosa farci insieme, esplorare i limiti della possibile interazione è un rapporto di scambio: gli oggetti sono ottimi compagni di ricerca. L’oggetto dunque non quale mero accessorio ma quale prolungamento del corpo dell’attore medesimo: “bio-oggetto” tutt’uno inscindibile con chi se ne serve e lo anima: “un oggetto nella mano di un attore è il prolungamento della mano medesima” V. Mejerchol’d. L’oggetto, qualunque esso sia, ha il valore della maschera, è guanto che si attacca alla pelle, ha un odore, una forza e chi lo porta ne ha una forte responsabilità, dovendogli dare una vita ed una realtà, se no, alla stregua del testo, rimane lettera morta. L’oggetto è esso stesso corpo e voce dell’attore.
Si richiede agli allievi di portare molteplici oggetti e sicuramente, almeno un abito elegante e demodè completo (giacca, cravatta, tailler -il vestito della festa di uomini e donne d’altri tempi- cappello, valigia, borsetta, scarpe). Potrebbero essere particolarmente utili poi abiti di cattivo gusto, giubbe, bermuda, shorts, calzoncini, coulotte, pantaloni troppo corti o troppo lunghi, cappotti molto stretti o molto larghi, borse, valigie, scarpe d’ogni genere… a ciò si aggiungano oggetti d’ogni tipo, meglio se non troppo piccoli, con la possibilità d’essere essi stessi ben incartati come fossero pacchi regalo. Verrà a tempo debito indicato un testo per tutti ma, a prescindere, ciascuno è tenuto ad operare una libera scelta circa un testo su cui intende lavorare (personale o di autore più o meno conosciuto): deve trattarsi d’un testo compiuto, di cui v’è la necessità di una conoscenza dell’intero, tale da consentire una presentazione sintetica, ma ben studiata, oggetto essa stessa di improvvisazione per il gruppo. Chiunque fosse interessato a proporre un lavoro in coppia, ciò verrà consentito, dietro preventivo accordo da parte dei due sui dialoghi del testo scelto. E’ possibile anche lo studio di atti senza parole, dei quali sempre è richiesta una conoscenza complessiva e specifica di alcune parti.”
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi

Gli allievi dovranno recarsi allo spazio di lavoro con un cambio comodo e calze o scarpette ritmiche così da potere lavorare senza scarpe per il training iniziale.

www.carullominasi.com