da lunedì 13 a martedì 28 settembre | residenza
369gradi | Bartolini/Baronio
JOSEFINE
di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio
produzione 369gradi e Bartolini/Baronio
con il sostegno di Teatro di Roma e la collaborazione di Teatro del Lido di Ostia e Teatri di Vetro
«Quella creatura delicata […] è come se avesse concentrato ogni sua forza nel canto, come se tutto ciò che non serve al suo canto fosse privato di ogni energia, quasi di ogni possibilità di vita, come se lei fosse spogliata, esposta, affidata solo alla protezione di spiriti buoni, come se un alito di vento freddo potesse ucciderla passandole accanto mentre lei, sottratta a se stessa, dimora nel canto.»
F. Kafka
Josefine, prossima produzione della compagnia Bartolini/Baronio, muove dal racconto di Franz Kafka “Josefine, la cantante ovvero il popolo dei topi”. Il campo d’indagine si sviluppa a partire dall’incontro con il testo, la lingua di Kafka e gli strumenti drammaturgici, performativi e di ricerca caratteristici della pratica artistica della compagnia.
Il lavoro vuole ricercare e riportare suggestioni su una serie di temi su cui la contemporaneità si interroga: il popolo, la cittadinanza, l’infanzia, i dispositivi di creazione di comunità e di cura del presente/futuro, le possibilità che vengono aperte dalla relazione tra io e tu, tra gli altri, cosa e chi siano pubblico e artista nella dimensione sia performativa che sociale.
Il canto di Josefine, atto taumaturgico della protagonista del racconto, evoca un popolo che, aprendo un tempo di estasi e grazia, dimentica se stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco, all’origine dell’umano. Josefine e la sua voce – fischio più flebile degli altri, ma traboccante d’incanto e potenza – sono il luogo che intendiamo far emergere scenicamente, dove stratificare i molteplici livelli di significato del racconto e i vettori, le direzioni, che schiude una sua rilettura oggi. Una di queste attraversa alcuni fatti di cronaca in cui la figura di Josefine sembra mostrarsi e moltiplicarsi in storie di corpi martirizzati dagli effetti della crisi (etica, esistenziale, sociale) del nostro presente nei quali cercheremo il controcanto, ciò che ancora svela un’emozione pura, sopravvissuta, una verità. “L’emozione” – ci dice Jean-Paul Sartre – “è una condotta magica”, una postura anche politica che intendiamo rintracciare attraverso il gesto artistico, componendola alla condivisione della ricerca e delle pratiche e all’incontro con i territori. “Riabilitare l’emozione e l’arte come prerogative di specie”. Partire da questo assioma in modo che il confronto generi le coordinate per una ricerca trasversale sui temi del progetto: il popolo, la cittadinanza, cosa e chi siano pubblico e artista, nelle dimensioni sia performativa che sociale, uno sguardo sulle potenzialità che la dimensione dell’infanzia apre. Un’infanzia che è cronica in Josefine, nella sua postura inclinata, e con cui diventa tutt’uno durante la performance: Josefine indica un gesto, un movimento che ha a che fare con il ripetere eternamente l’inizio, con la potenza e non col il potere, un corpo libero e non più “liberato”, festante, inquieto e creatore di mondi alternativi.
Tra le parole al centro dell’indagine ci sono: Popolo, Comunità, Artista, Infanzia, Emozioni.
Josefine è una bambina. Ovvero un corpo che da una parte raccoglie simbolicamente la cronaca costellata di violenza sulle donne, una volta bambine, “infantilizzate”, ovvero mortificate e zittite dai loro carnefici in una dinamica di potere feroce che ancora una volta gioca sul piano della forza fisica e che s’innesta nella conformazione familiare patriarcale che cresce bambini e bambine imprigionati nelle derive dei ruoli tradizionali. Dall’altra oggi rappresenta la voce della marea femminista ed ecologista, unica forza politica reale attuale, d’opposizione all’abbrutimento totalitario e xenofobo (come paura dell’Altro in generale, di ciò che è diverso da un noi vuoto), ovvero la possibilità di creazione libera di un nuovo noi – noi popolo planetario – che trattiene al suo interno le differenze, il cambiamento, e che si confronta con i problemi reali del Pianeta. Una voce che è sostenuta e sostiene le scoperte in campo neuroscientifico e le strategie alternative di educazione, in altre parole una rivoluzione all’interno del nucleo familiare e sociale. Prendendo spunto dalla lezione di Munari come di Nietzsche: l’emozione che si prova quando si gioca non ha genere, il gioco (del bambino creatore) è quindi la possibilità di ripetere l’origine, di creare nuovi mondi così come fa l’artista.
Le dimensioni di ricerca fino a ora individuate hanno portato ad alcuni momenti di studio e approfondimento tra cui una prima residenza nello spazio Jobel a novembre 2019 e poi all’elaborazione di tre appunti in forma di dispositivi scenici che raccontano con tre elaborazioni distinte ma complementari l’inizio del processo di indagine: Lei dimora nel canto // Attenti alla ragazza che corre, il cielo corre con noi // Il popolo dei topi, o della gloria, ospitati come prima tappa di questo viaggio al Festival Teatri di Vetro 2019.
Bartolini/Baronio
Bartolini/Baronio è una formazione artistica romana nata nel 2009 dal sodalizio artistico tra Tamara Bartolini e Michele Baronio. Dal 2014 sono accompagnati da 369gradi, produzione apprezzata in Italia e all’estero nell’ambito delle nuove drammaturgie e del teatro di innovazione. Si formano entrambi al Centro Internazionale La Cometa e lavorano nella compagnia Triangolo scaleno teatro partecipando alla creazione del festival Teatri di Vetro, OFFicINa ZTL e altri eventi. Dal 2009, a partire dal progetto LA CADUTA incontro tra artisti e territori (realizzato in sinergia con musicisti, videomaker, fotografi) nasce un sodalizio che li vede insieme in tutte le successive creazioni tra cui: la performance TU_TWO_due alla fine del mondo, lo spettacolo tratto da una storia vera Carmen che non vede l’ora, il programma RedReading, viaggio sentimentale e appassionato tra teatro e letteratura, di cui tra il 2012 e il 2018 sono state create tre stagioni (al Teatro Argot con una tappa al Teatro Quarticciolo, a Carrozzerie n.o.t, al Teatro di Villa Torlonia – Teatro di Roma). Nel 2015 vincono il premio Dominio Pubblico Officine con PASSI una confessione, mentre Dove tutto è stato preso vince il bando CURA 2017 (Residenza IDRA e Armunia) e la sezione Visionari 2018 di Kilowatt Festival. Nel 2018 sono tra i vincitori del bando Fabulamundi con il progetto Tutt’Intera. Parallelamente portano avanti il lavoro di pedagogia teatrale con laboratori a Carrozzerie n.o.t., al Teatro del Lido e con progetti di alta formazione come PercorsiRialto e ScuolaRoma. Nel 2019 viene presentato al Kilowatt Festival il format 9 Lune, spettacolo itinerante costruito con gli abitanti di Sansepolcro. Nello stesso anno sono al Romaeuropa Festival con 16,9 km Home Concert, lavoro conclusivo della prima tappa del progetto Esercizi sull’Abitare, percorso artistico sviluppatosi in diversi spazi di Roma. Nel 2020 debutta sempre a Romaeuropa 333km, seconda tappa del progetto che si è sviluppato in diversi comuni del Lazio con la collaborazione di ATCL. Nel 2020 il Teatro di Roma dedica una personale alla compagnia portando in scena Tutt’Intera e Dove tutto è stato preso al Teatro India e un ciclo di RedReading. Quello di Bartolini/Baronio è un teatro “manifesto di prossimità” che vuole creare esercizi di vicinanza tra chi lo fa e chi lo riceve, ricerca di umanità, ritratto della fragilità e della solitudine del mondo contemporaneo, ma anche della sua potenzialità di sovversione. La ricerca drammaturgica e didattica è infatti dichiaratamente e variamente declinata come ricerca di relazione e contatto, di creazione di luogo – corporeo, privato e collettivo- ovvero, in ultimo, ricerca d’identità e come essa possa farsi, in un linguaggio teatrale, sentimentale, finanche pratica politica.
BARTOLINI/BARONIO
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369gradi
369gradi è un organismo di produzione riconosciuto dal Ministero della Cultura che sostiene e produce arti performative nell’ambito dell’innovazione, della sperimentazione e della multidisciplinarietà. Il progetto, nato sotto la direzione artistica di Valeria Orani e la direzione organizzativa di Alessia Esposito, è legato alla costruzione di strategie che permettano la crescita e la valorizzazione del talento e della creatività delle formazioni artistiche prodotte e la promozione e diffusione della drammaturgia e delle arti performative italiane contemporanee in Italia e all’estero. Nel 2015 369gradi inizia un percorso di internazionalizzazione con gli Stati Uniti dedicato alla drammaturgia italiana contemporanea e alla sua diffusione con Italian Playwrights Project in coproduzione con Umanism NY e con il Martin E. Segal Theatre Center (Graduate Center City University of New York). Nel 2017 acquisisce i diritti in esclusiva per l’Italia del progetto White Rabbit Red Rabbit di Nassim Soleimanpour che viene interpretato da tantissimi artisti tra cui anche Fabrizio Gifuni, Emma Dante, Davide Enia, Lella Costa, Federica Fracassi, Iaia Forte. Nel 2018 inizia la collaborazione con il fashion designer di fama internazionale Antonio Marras producendo il suo primo lavoro di arte performativa dal titolo Mio cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te? Ad oggi 369gradi accompagna produttivamente diverse formazioni artistiche che si sono distinte nel panorama della ricerca teatrale e della multidisciplinarità artistica come Tamara Bartolini/Michele Baronio e Dante Antonelli. Inoltre sostiene gli spettacoli Echoes di Lorenzo de Liberato con Stefano Patti e Marco Quaglia, Piccoli Funerali di e con Maurizio Rippa, Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi di Pietro Angelini, Io non sono nessuno, opera prima di Emilia Verginelli. Nel 2019 vince il Bando della Regione Sardegna con i fondi POR della Comunità Europea IdentityLab_2 con il progetto internazionale triennale AMINA>ANIMA (Soul), dedicato alla creazione di nuove strategie per la promozione del territorio attraverso le arti contemporanee e il dialogo con le tradizioni identitarie. Nel 2020 produce il programma streaming L’ultimo nastro di Krapp di Stefano Patti e Simone Giustinelli. 369gradi ha all’attivo diverse collaborazioni: è partner di Romaeuropa Festival con il quale collabora alla realizzazione di Powered by REf insieme con Carrozzerie | n.o.t. (Roma), cura la direzione amministrativa della Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli, cura la produzione esecutiva di ConDominio, un progetto di Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti che porta il teatro nei cortili e nei terrazzi condominiali, segue la promozione di formazioni artistiche emergenti. Dal 2014 a 369gradi è affidato il coordinamento del semestre romano del Master Internazionale di Arts Management dell’Istituto Europeo di Design di Roma.
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