domenica 6 novembre ore 17.30 • teatro
Enecedete presenta
INTERVISTA IMPOSSIBILE A PASOLINI
di e con Nestor Saied e Alfredo Traversa
regia Nestor Saied
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Una performance in cui Pasolini torna a parlare con la sua voce più poetica e libera, nel tentativo di scoprire, attraverso il suo pensiero profondo, chi e che cosa siamo diventati oggi
L’iniziativa fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.
“Le interviste impossibili” è il titolo di un programma della seconda rete radiofonica RAI andato in onda nel 1974 e nel 1975 in cui uomini di cultura contemporanei reali fingono di trovarsi a intervistare dei fantasmi redivivi di persone appartenenti a un’altra epoca, impossibili da incontrare nella realtà, da qui il titolo.Oggi, in ambito letterario, il genere viene identificato come “Colloquio fantastico postumo”. L’editore Bompiani ne pubblicò una prima selezione nel 1975 e una seconda selezione nel 1976. L’attore nelle vesti di un intervistatore pone domande; un attore entra nel personaggio in questione e tenta risposte per spiegare I’ “immagine del mondo” dell’intervistato… Nestor Saied e Alfredo Traversa omaggiano questo format del passato realizzando un’intervista impossibile a Pasolini di oggi. L’intervista si svolge in uno studio radiofonico con il pubblico dal vivo e tutto viene ripreso in video così come avviene oggi nel mondo della radio.
Note di Regia
“Scrivere il testo di un’intervista “impossibile” tra un giornalista e Pier Paolo Pasolini. Chiaramente è un’operazione molto rischiosa dal punto di vista intellettuale, che chiunque sano di mente rinuncerebbe a fare. In Italia l’unica cosa “impossibile”, da non fare assolutamente, è toccare i mostri sacri, perché comunque vada pioveranno critiche feroci. La sfida l’abbiamo accettata naturalmente, come se fosse già pronta in superficie: avere la possibilità di esternare, di far emergere ciò che era insito in me, senza preoccuparmi dell’eventuale critica e dell’eventuale diagnosi psichiatrica. Spesso in questi anni, in tanti, ci siamo chiesti: cosa avrebbe detto Pasolini oggi? È il destino di chi non riesce a morire, di chi in vita ha vissuto intensamente, di chi ha sempre detto la sua verità, cercata nelle viscere della propria esistenza e, per riflesso, nell’esistenza dei suoi simili. Pasolini è stato un Maestro ed è riuscito a penetrare i meandri più nascosti della mente, dell’anima, interrogando continuamente la coscienza. Il valore maggiore della sua Opera sta nel tentativo (riuscito) di insegnare a pensare. Pasolini non ci chiede mai di pensare come lui, di vedere le cose che vedeva lui, anche perché sarebbe stato impossibile emularlo, trattandosi di un genio unico. Con questo testo andiamo incontro a critiche pesanti, lo sappiamo, noi stessi siamo ipercritici su questa operazione, ma con il lavoro filologico, prendendo cioè frasi pronunciate da Pasolini, estrapolate dalle interviste, avremo raggiunto lo scopo di un’intervista “possibile”, ma forse ancora meno credibile. Qui lo scopo è di giungere alla voce più poetica di Pasolini, più libera, non condizionata, oserei dire sapendo di essere presuntuoso, di giungere alla sua voce più profonda, ovvero a quella voce insegnata, che a noi è giunta. Si vuole mettere in atto un’intervista “impossibile”, che non stia né in cielo né in terra, che sia fuori dallo spazio e dal tempo, in quella zona onirica, dimensione sconosciuta che, paradossalmente, possa farci capire chi e cosa siamo diventati oggi.” Nestor Saied — Alfredo Traversa