15/11/2016 Cinema, Incontro

15 novembre

ore 18.00

Proiezione del documentario In viaggio con il Che

di Gianni Minà

Nel 2002 il regista Walter Salles ha girato il film “I diari della motocicletta” raccontando il viaggio attraverso l’America Latina nel 1952 di Ernesto Guevara, studente ventitreenne di medicina, insieme all’amico Alberto Granado. Ernesto proprio in questo viaggio scoprì la miseria e lo sfruttamento dei popoli e la sua vocazione di ribelle. Gianni Minà, già collaboratore di Salles per il suo film, in questo documentario ha invitato Granado a ripercorrere i luoghi visitati cinquant’anni prima con il Che alternando questo cammino nella memoria con immagini del dietro le quinte di “I diari della motocicletta”.

 

ore 20

Ascanio Celestini incontra Gianni Minà

 

ore 21

Proiezione del film I diari della motocicletta 

di Walter Salles 

1952. Due giovani studenti universitari, Alberto Granado ed Ernesto Guevara partono per un viaggio in moto che li deve portare ad attraversare diversi paesi del continente latinoamericano. Quella che doveva essere un’avventura giovanile si trasforma progressivamente nella presa di coscienza della condizione di indigenza in cui versa gran parte della popolazione. Quel viaggio cambierà nel profondo i due uomini. Uno di loro diventerà il mitico “Che” mentre l’altro, ancora vivente, è medico a Cuba.
Uno degli applausi più lunghi alla proiezione stampa di Cannes 2004. Perché tutti i giornalisti presenti sono ‘comunisti’? Sicuramente no. Perché credono che Castro sia solo un benefattore dell’umanità? Ancora una volta la risposta è no. Allora perché? Perché di fronte a un cinema o sempre più plastificato o sempre più povero di idee, un film che propone la gioventù come ‘luogo’ in cui scoprire dei valori personali e decidere di impegnarsi per degli ideali, risponde a un bisogno profondo. Due studenti che non si fanno di droga, che non rubano, che non scopano ogni ragazza che incontrano ma che si mettono in viaggio come spericolati turisti e si trovano alla fine ‘uomini’ perché cambiati dentro fanno pensare che l’utopia (pur con tutte le sue possibili distorsioni nel momento in cui entra in gioco il potere) non può morire. Una bella lezione ‘morale’ senza moralismi né agiografie.

 

Biglietto unico € 5