domenica 19 maggio ore 19 | teatro
Bartolini/Baronio | 369gradi
IL NOSTRO FURORE
a cura di Tamara Bartolini
in collaborazione con Michele Baronio e Fiora Blasi
con adolescenti degli Istituti Superiori del Municipio Roma X
si ringrazia Fiora Blasi, Nicoletta De Simone e Federica Balducci
ingresso 6 euro
Apertura finale del laboratorio Ritratti di un territorio con gli adolescenti degli istituti superiori Anco Marzio, Faraday, Labriola e Caravaggio di Ostia. Un nuovo viaggio con gli adolescenti di Ostia partiti dalla lettura di Furore di J.Steinbeck per ritrovarsi a parlare del proprio vissuto e del presente che stanno vivendo.
A fine spettacolo cena etnica (anche vegetariana) a cura di Baobab Street Food
Un nuovo viaggio con gli adolescenti di Ostia. Siamo partiti dalla lettura di Furore di J.Steinbeck per ritrovarci a parlare di noi e del presente che stiamo vivendo. D’amore, di fuga, di migrazioni, raccontano questi ragazzi immergendosi tale pagine del libro, di terra da lasciare, di umanità da ritrovare, di razzismo, del desiderio di costruzione e non di distruzione, di essere disposti a lottare anche quando è difficile vincere, di rispetto per l’altro e per se stessi, di sentire e trovare nel passato degli oppressi e delle loro lotte ancora una strada possibile. Pagina dopo pagina hanno ascoltato il loro furore salire. A volte era chiuso tra le pagine di un diario, dentro una stanza chiusa, nei corridoi di una scuola, tra le strade di Ostia. Da dove partire per camminare lungo la linea di questo furore? Da una famiglia scacciata dalla terra. Dal viaggio degli indimenticabili protagonisti del libro e di questi ragazzi che vengono a offrirci il loro cuore che batte cercando tra le parole di Tom Joad…“Ci sarò sempre, nascosto e dappertutto. Sarò in tutti i posti, dappertutto dove ti giri a guardare. Dove c’è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame, io sarò lì. Dove c’è uno sbirro che picchia qualcuno, io sarò lì. Sarò negli urli di quelli che si ribellano, sarò nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta…E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito, be’, io sarò lì.”