sabato 5 novembre ore 18 • cinema – incontro
Enecedete presenta
FERMATA PASOLINI
di Alfredo Traversa
proiezione e incontro
a cura di Nestor Saied e Donato Di Stasi
in collaborazione con OcchioEstraneo Cineforum
ingresso gratuito
Un docu-film su un momento doloroso per la storia del cinema italiano: l’ultimo sequestro della pellicola Salò o le 120 Giornate di Sodoma avvenuto nel 1977, a due anni di distanza dalla morte di Pasolini.
L’iniziativa fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.
Un docufilm che è la materializzazione di un trascorso doloroso per la storia del cinema italiano: l’ultimo sequestro di “Salò o le 120 Giornate di Sodoma” avvenuto nel 1977 – a due anni di distanza dalla morte di Pier Paolo Pasolini – a Grottaglie, piccolo centro pugliese in provincia di Taranto. Un docufilm ricostruito e riproposto attraverso le testimonianze di tre protagonisti – in qualche modo cruciali – dei fatti rievocati: la prima è quella di uno degli spettatori che affollavano il Cinema Vittoria la sera del 7 giugno 1977, quando le forze dell’ordine irruppero in sala per interrompere la proiezione dell’”osceno” film di Pasolini. Uno di quelli a cui quel film venne sostanzialmente “strappato” dagli occhi, forse per sempre. La seconda ricostruzione viene invece fornita del proiezionista costretto a “consegnare” personalmente la pellicola: straordinario personaggio dalla faccia e dai toni precisamente pasoliniani, guarda caso, che racconta del clamore che accompagnò l’enigmatica produzione di quello “strano” regista. Infine, il denunciante stesso: ai tempi studente di legge vicino ai movimenti nostalgici di estrema destra, l’uomo spiega con impassibile generosità le ragioni completamente strumentali della sua azione legale, ricollegando quel sequestro al tremendo affronto subito dal mito di Salò, all’onta intollerabile procurata dall’”arte fecale” di Pasolini. Nei tre episodi – spogli essenziali, documentaristici – l’unica connotazione è lasciata sullo sfondo delle location: le immagini del film che scorrono alle spalle de “lo spettatore”; il vecchio proiezionista tra i sediolini ormai vuoti del Cinema Vittoria; le tende pesanti dalle fantasie littoriane per il denunciante, a sottolineare la totale estraneità delle sue ragioni da considerazioni di natura artistica.