10/15 ottobre | RESIDENZA con Restituzione privata in forma di studio
FELICISSIMA JURNATA
uno spettacolo di Putéca Celidònia
drammaturgia e regia Emanuele D’Errico
con Antonella Morea e Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
aiuto regia Clara Bocchino
scenografia Rosita Vallefuoco
costumi Giuseppe Avallone
progetto sonoro e musiche Tommy Grieco
assistenza e cura Anna Ida Cortese
comunicazione Umberto Salvato
Vincitore del premio Giuria Popolare – Dante Cappelletti 2021
con il sostegno di C.RE.A.RE Campania Centro di residenze della Regione Campania
Tutto ruota intorno ad una domanda : qual è il giorno più felice della vostra vita?
Un’atipica coppia napoletana vive in un basso. Ogni giorno il risveglio è sempre uguale, quasi non si distingue un giorno dall’altro. Lei è Lina. Lui è Lello.
Lei è clinicamente sana ma paralizzata su di una sedia, impossibilitata al movimento.
Lui, visibilmente malato, può ancora muoversi e si occupa delle faccende di casa.
Lei sta tessendo un vestito, lui ne tira le fila. I fili di questo vestito si ingarbugliano in una matassa che tiene lei imprigionata su di una sedia mentre lui ne compone una ragnatela legando questi fili alle estremità della casa. Il ricordo e la memoria sono gli unici motori che spingono il tempo a passare. Lei però è paradossalmente piena di vita. Riempie ogni vuoto con parole, parole e parole. Lui, al contrario, è assente, vuoto. Il tempo, faticosamente, passa. E un’altra felicissima giornata comincia.
Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e quel che ne resta di Giorni Felici di Beckett.
È più di tre anni ormai che come Putéca Celidònia viviamo attivamente il Rione Sanità di Napoli portando il teatro in mezzo ai vicoli bui ed abbandonati. Ci è successo, dopo aver gradualmente preso confidenza, di entrare in alcuni bassi (la tipica abitazione al piano terra con ingresso su strada) e di trovare una situazione surreale.
Così abbiamo deciso di iniziare un viaggio!
Nello zaino abbiamo messo la macchina da presa, il quaderno degli appunti e le domande che il testo di Giorni Felici ci ha mosso, immergendoci nelle storie di alcune donne e di un uomo che ci hanno sorpreso, rapito e portato su di una strada imprevista.
E tra un’intervista e l’altra abbiamo domandato loro chi fosse Beckett e nessuno lo aveva mai sentito nominare. Eppure ci sembravano così vicini, così familiari…
Il testo è venuto da sé, lo hanno scritto loro: le storie di Assunta, Pasqualotto, Angela e di tutti gli altri sono così pregne da poterci scrivere romanzi per ognuno di loro. Questo testo è anche la storia di una donna di centonove anni. C-E-N-T-O-N-O-V-E ANNI che ancora si trucca, che mette lo smalto e “sente” la gente intorno che suona e che canta.
Di queste storie si compone Felicissima jurnata, che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro città – nel migliore dei casi – e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissà da quanto tempo dalla propria casa. Non è prigionia questa? È una prigionia consapevole o inconsapevole?
Ingresso su invito