venerdì 30 e sabato 31 ottobre ore 19 e ore 21 | teatro – musica
Nuovo IMAIE | Affabulazione presentano
Compagnia Katzenmacher
EDIPO STRANGER
ideazione e regia Alfonso Santagata
aiuto regia Daria Panettieri
assistente alla regia Beatrice Burgo
musiche originali Pino Cangialosi
elementi scenografici Simone Perra
costumi Corinna Bologna
con Alfonso Santagata, Daria Panettieri, Ilaria Pierpaoli, Emilio Ruvolo, Corinna Bologna, Paolo Oppedisano, Sara Lazzari, Valerio Lombardi, Giulia Paternesi, Roberto Marazzotti, Manuel Garigliano
e con i componenti dell’Orchestra TDL di Ostia
Francesco Maritati, Livia Cangialosi, Flavio Cangialosi, Naomi Yanagita, Ume Vasapollo, Mauro Orlandi, Marco Balducci, Marta Di Fratta, Davide Stanzione, Eros Mele, Silvia Pizzolato, Federico Martino, Stefano Catalano, Claudio Aiello, Jacopo Iaria, Pietro Floridia, Tommy Manzo, Antonio Oppedisano, Yeshi Solomon Granieri
OSTIA COMUNITA’ CREATIVA
direzione Cristiano Petretto
docenti Cristiano Petretto e Pino Cangialosi
in collaborazione con Viviana Mancini, Alfonso Santagata, Gabriella Aiello, Guido Corti, Alberto Roque, Gianluca Mascitti, Sandra Fabbri, Beatrice Burgo
Progetto realizzato con i fondi art. 7 L. 93/92 Bando Formazione NUOVOIMAIE
ingresso gratuito – prenotazione obbligatoria su eventbrite
replica di venerdì 30 ottobre ore 19
http://bit.ly/EdipoStranger_30ott_ore19
replica di venerdì 30 ottobre ore 21
http://bit.ly/EdipoStranger_30ott_ore21
replica di sabato 31 ottobre ore 19
http://bit.ly/EdipoStranger_31ott_ore19
replica di sabato 31 ottobre ore 21
http://bit.ly/EdipoStranger_31ott_ore21
Affidato alla regia del Maestro Alfonso Santagata, lo spettacolo è il frutto di un progetto formativo innovativo e multidisciplinare. Teatro e musica si fondono in un’opera affidata all’interpretazioni di 40 interpreti, tutti del Municipio Roma X.
Tutte queste cose non accaddero una volta ma sempre sono così
Sallustio
“Edipo, nel tracciato classico di Sofocle, si è sempre mosso nella doppia tensione di trovare il padre e di curare la città. All’origine, il parricidio e la polis, si presentano come inscindibili. Questa storia e quel mito, con molte delle loro interpretazioni, vengono qui ripresi per la coda: l’omicidio è avvenuto ormai da tanto tempo ed è stato raccontato tante di quelle volte da essersi trasformato in un copione che è deragliato dai binari, una sorta di recita anche involontaria che ripetiamo di continuo. Ci resta solo la città d’affrontare: la città del male, in cui non vi è più spazio per l’ultraterreno, ma solo per il protagonismo umano. Con questo lavoro vogliamo spostarci dal conflitto degli uomini con gli Dei, a quello tra uomini, tra regole di vita, tra doveri diversi. Infatti, nel teatro di Sofocle ci sono contrasti che mettono in luce proprio le differenze tra due ideali: il tragico di Sofocle è strettamente legato all’umano, forse più che al rapporto dell’umano con il divino. Come nel finale dell’Edipo pasoliniano, il mondo arcaico viene lasciato alle rappresentazioni, alle rielaborazioni, alle messe in scena; nel mondo di oggi Edipo trova posto nei margini, nell’isolamento dell’esclusione, nell’angolo buio di una casa improvvisata sotto un ponte. Ormai gli “edipi” di oggi non si identificano più con il popolo, e il loro distacco li salva dalla malattia che pervade l’intera città. Qui tutti sono malati, contagiati, segnati… Se nel testo classico Edipo si proponeva: «Disperderò questa sozzura», oggi quella sozzura è l’unico luogo che resta da cui guardare un mondo contagiato e sofferente, al quale anche gli dèi si rifiutano di rispondere. Ormai Edipo non è più un problema. Né è più il capo espiatorio. È un naufrago. La cui cecità si è trasformata in vista: è l’unico che vede in una terra di ciechi.” Alfonso Santagata