sabato 11 gennaio ore 19 • musica
Maluf System
EDDIWEN (il canzoniere)
interpreti Marzouk Mejri e Salvatore Morra oud, ṭār, darbouka, ney, zukra, chitarra
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Un concerto che fonde la tradizione tunisina del “maluf” con altre sonorità mediterranee. Un ponte musicale tra Tunisia e Italia, un incontro tra chitarra e strumenti tradizionali come oud, ṭār e darbouk.
Maluf System di Morra & Mejri è un movimento post-revival della musica maluf, uno dei generi urbani più complessi della Tunisia. Il progetto esplora la rinascita del maluf nei contesti migratori, i suoi cambiamenti nella natura, le sue nuove trasmissioni e diffusioni, e promuove l’integrazione e l’identificazione musicale transnazionale di alcuni musicisti tunisini. Attraverso la registrazione dell’album “Eddiwen” con la casa discografica Liburia Records (2024), basato su scale modali arabo-tunisine (come mazmoum, rast dhil, asba’in) e mescolando strumenti musicali di diversi generi tunisini (oud tunisino, ney, darbuka, tar, bendir, zokra, clarinetto, shqashiq) con strumenti a pizzico del nord del Mediterraneo, come la chitarra, mandolino, Maluf System ricrea un mondo sonoro tunisino che spazia dal tradizionale ensemble (jawk) alle banda del Bey ottomano di Tunisi, fino alle influenze africane. Che si tratti delle canzoni delle suite (nuba), di una particolare melodia, ritmo o strumento musicale, in arabo classico e dialetto tunisino, questi idiomi dell’identità arabo tunisina consentono ai migranti di connettersi con gli altri, generando un certo tipo di esperienza condivisa. L’ensemble è composto da due musicisti che suonano il liuto arabo standard (oud) in stile orientale, il ṭār (tamburello) e il tamburo a calice darbouka, un altro oud tipicamente tunisino, una chitarra e alcuni strumenti a fiato come ney e zukra. Il concerto inizia con Marzouk che esegue una serie di danze a solo con una piccola tabla (tamburo), introducendo l’atmosfera delle regioni desertiche del Sahara tunisino. Quando Salvatore entra in scena con l’oud, il tamburo si ferma e le corde dello strumento arabo trasportano l’ascoltatore verso mondi più urbani e mediterranei con il brano “La porta azzurra”.
Dopo alcune sezioni strumentali inizialmente composte dal duo, iniziano a suonare tre diverse serie di canzoni selezionate dalle nuba (suite) dal repertorio nazionale tramandato oralmente. Quando la melodia sale al registro più acuto e il ritmo diventa più accentuato, l’oud tunisino suona diversi accenti distintivi e si può sentire il forte tocco del plettro. Questo effetto fluttuante dello speciale plettro presenta un’insolita combinazione di ruvidità e calore, perché certe risonanze particolari con l’accordatura materializzano un timbro sonoro unico.
La parte centrale della performance dal vivo è costituita da canzoni tunisine arrangiate con chitarra, percussioni e voce, che creano la sensazione di trovarsi in un paesaggio che si estende oltre i limiti del mediterraneo, il cui fraseggio richiama immediatamente un mondo locale maghrebino. Le sinuose melodie della voce di Marzouk e i ritmi ipnotici delle percussioni con il fraseggio gentile dell’oud di Salvatore si uniscono ai timbri mediterranei del duo per dare vita ad uno straordinario progetto musicale che crea un fortissimo legame tra le tradizioni musicali della Tunisia e dell’Italia.
Marzouk Mejri è nato a Tebourba in Tunisia e da trent’anni vive in Italia, a Napoli. Cantante polistrumentista ha collaborato con numerosi musicisti napoletani come Daniele Sepe, James Senese, Peppe Barra, Nuova Compagnia di Canto Popolare, 99 Posse, Eduardo De Crescenzo, Peppino Di Capri, Enzo Avitabile. Nel 2008 fonda il “Marzouk-Ensemble” con il quale esordisce da solista firmando l’album “Genina”. Nel 2017 la RAI ha prodotto un docufilm sulla sua arte musicale, intitolato “Vita di Marzouk”, e nel 2019 vince il premio Parodi con il suo trio “Fanfara Station”.
Salvatore Morra è nato a Napoli. Chitarrista ed etnomusicologo, ha inciso “L’alba” per Adoro Records, “Luys Milan” per la Draft Records. Laureato in discipline arabo islamiche con dottorato di ricerca (2018) presso l’Università di Londra Royal Holloway, esplora la musica del mondo arabo islamico e le sue intersezioni con i mondi sonori contemporanei. Ha studiato l’oud in Tunisia con Kamel Gharbi e Selmi Mongi.
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