mercoledì 14 dicembre ore 9 e ore 11 • teatro ragazzi
Teatro Gioco Vita
CASSANDRA
perché non vedono il mondo intorno a noi crollare?
di Enrica Carini e Fabrizio Montecchi
con Letizia Bravi e Barbara Eforo
testo Enrica Carini
regia e scene Fabrizio Montecchi
disegni e sagome Nicoletta Garioni
musiche Paolo Codognola
costumi Tania Fedeli
disegno luci Anna Adorno
luci e fonica Cesare Lavezzoli
voci registrate Letizia Bravi, Tiziano Ferrari
realizzazione sagome Nicoletta Garioni, Federica Ferrari, Agnese Meroni
realizzazione scene Giovanni Mutti, Erilù Ghidotti
dai 12 anni in su
durata 50’
Due attrici in scena, narratrici, interpreti e animatrici d’ombre allo stesso tempo, conducono il pubblico in un tempo oltre la Storia. Un tempo altro, fatto di visioni e ombre ancestrali che si fondono con immagini video di una realtà crudelmente attuale.
Cassandra è un’adolescente. Scrive poesie, non conosce altro modo per esternare il dolore che prova verso ciò che vede accadere intorno a lei. Non vuole assumere su di sé la responsabilità del dire perché vorrebbe essere solo come gli altri ma dentro di lei sa che questo non è possibile. Decide allora, consigliata da Arisbe, di fare l’unica cosa che può fare: dire agli uomini quello che non vogliono vedere. Nel farlo Cassandra è sempre più temuta e odiata da tutti, inascoltata perfino dalla sua stessa famiglia. È sola, vacilla, le parole le muoiono in gola; tocca allora all’anziana donna richiamarla al suo destino: Sei viva, la tua voce è viva e deve continuare a risuonare.
Note di regia
Non siamo certo i primi a rimanere folgorati, e nello stesso tempo turbati, dal personaggio di Cassandra. Ogni volta che una civiltà mette in pericolo la propria esistenza, come noi oggi, Cassandra riemerge dalle pieghe del mito e ci lascia attoniti davanti alle apocalittiche accuse che ci rivolge. Eppure, nonostante l’inquietudine che le sue parole ci provocano, Cassandra ci appare sempre lontana, difficile da credere fino in fondo, chiusa nel ruolo di allucinato profeta che il mito le ha assegnato. Per questo, nel nostro Cassandra, abbiamo cercato di portarla il più possibile vicino a noi perché Cassandra è umana, presente e viva come noi e come noi abitata dall’incertezza e desiderosa di speranza. Cassandra non ha straordinarie capacità predittive, non vede nel futuro come un indovino ma, per quel suo umanissimo e fragilissimo pensare, riesce a vedere quanto basta nel presente. Per questo, nel nostro Cassandra, colei che richiama l’intera umanità a fare ogni cosa possibile perché la sua civiltà possa sopravvivere, non è la giovane che vaticina sulle mura di una Troia assediata dal nemico ma una ragazza, forse a noi contemporanea, che non può assistere al devastante processo di estinzione in atto senza assumersi il ruolo di “testimone”. È nella lunga sequenza di catastrofi senza fine a cui assiste che Cassandra vede un futuro senza speranza e vede che questo è il frutto delle folli azioni di quella specie umana a cui lei stessa sente di appartenere e di amare. Perché non vedono il mondo intorno a noi crollare? Si domanda allibita Cassandra e nel farlo si rivolge a tutti noi e ci incita a essere, come lei, testimoni, perché la cosa più importante è essere umani, sperare e avere cura dell’esistenza che dalle ceneri torna a germogliare, in ogni lingua, in ogni luogo, fino alla fine. Sulla scena vi sono due attrici, entrambe narratrici, interpreti delle due protagoniste, Cassandra e Arisbe, e animatrici dei loro doppi in ombra. Sono loro a condurci in un tempo oltre la Storia, sospeso tra passato e futuro, dove Cassandra e Arisbe hanno l’identità scenica di figure d’ombra. Sono loro che ci accompagnano in un tempo altro, fatto di “visioni” composte da evocative ombre ancestrali che arrivano dal profondo e che si fondono con immagini video di una realtà crudelmente attuale. Sono infine sempre loro a riportarci nel presente, in quella sala di teatro in cui si consuma il necessario atto del dire e del testimoniare.
Teatro Gioco Vita
Teatro Gioco Vita nasce nel 1971, tra le prime realtà in Italia ad essere protagonista del movimento dell’animazione teatrale, grazie alla quale ha saputo dare un contributo originale alla nascita del teatro ragazzi, con il suo modo peculiare di fare, di intendere e di vivere il teatro, i rapporti, la ricerca e la cultura che lo ha caratterizzato fin dalle prime esperienze. Teatro Gioco Vita incontra il teatro d’ombre alla fine degli anni Settanta. Dal suo operare con coerenza e coscienza professionale, e anche grazie al contributo di collaboratori esterni, ha maturato un’esperienza unica nel suo genere che gli è valsa riconoscimenti e prestigiose collaborazioni in ogni parte del mondo, con teatri stabili ed enti lirici come Teatro La Fenice di Venezia, Royal Opera House Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Arena di Verona, Ater, Ert, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Torino e Piccolo Teatro di Milano. Riconosciuto da Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia-Romagna come Centro di produzione teatrale, sotto la direzione artistica di Diego Maj si compone di diverse realtà. La Compagnia, con Fabrizio Montecchi in qualità di responsabile artistico, è impegnata oltre che nella produzione di spettacoli d’ombre anche in attività di laboratorio con le scuole e i giovani. L’Officina delle Ombre è luogo delle produzioni e della ricerca di Teatro Gioco Vita. I teatri a Piacenza (Teatro Filodrammatici, Teatro Municipale e Teatro Gioia) sono una grande casa dove si sperimentano e si organizzano rassegne teatrali, ospitalità, scambi culturali, luoghi dove realizzare percorsi artistici e culturali per la ricerca della Compagnia e il lavoro sul territorio. I progetti creativi che vanno oltre il linguaggio delle ombre si inseriscono nell’idea di aprire a nuovi orizzonti produttivi nella scena per i ragazzi e i giovani come pure nella ricerca e nella danza. Teatro Gioco Vita affianca l’attività sul territorio di Piacenza e provincia (direzione artistica e organizzativa della Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza, organizzazione di rassegne teatrali e altri eventi culturali, ospitalità, laboratori, formazione) a una dimensione sempre più internazionale che ha portato i suoi spettacoli di teatro d’ombre a essere rappresentati, oltre che in Europa, negli Stati Uniti, in Brasile, Messico, Canada, Giappone, Cina, Israele, Taiwan e Turchia.
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