domenica 24 settembre ore 18 | teatro
CADMO | Le vie dei Festival | Compagnia Scimone Sframeli
BAR
di Spiro Scimone
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone
regia Valerio Binasco
scena Titina Maselli
regista assistente Leonardo Pischedda
foto di scena Andrea Coclite
direttore tecnico Santo Pinizzotto
amministrazione Giovanni Scimone
produzione Compagnia Scimone Sframeli
Premio Ubu 1997 a Spiro Scimone “nuovo autore”
Premio Ubu 1997 a Francesco Sframeli “nuovo attore”
Bar spia i quattro giorni cruciali della vita di due uomini, il barista Nino e il disoccupato Petru, che hanno scelto un luogo pubblico per nascondersi al resto del mondo. Due umanità straniere l’una all’altra che si scoprono capaci di solidarietà.
Bar spia i quattro giorni cruciali della vita di due uomini, il barista Nino e il disoccupato Petru, che hanno scelto un luogo pubblico per nascondersi al resto del mondo. Ciascuno, con motivazioni diverse, ignorando quasi tutto dell’altro, del mondo, e perfino di sé.
Ma in questo bar si vede e si vive soltanto il retro. Soltanto un muro, anzi, contro il quale i due uomini sembrano schiacciati insieme ai pochi oggetti presenti, il bidone della spazzatura e qualche cassa di bibite, una radio portatile. Fissati al loro destino di perdenti, in attesa della svolta che non arriva mai, che forse arriverà domani, di sicuro arriverà domani. Per l’uno è il sogno di preparare gli aperitivi in un locale dove si suona musica americana, un posto di classe e non questo bar di periferia. Per l’altro quello di un lavoro stabile, che rimedi a quel suo vivere d’espedienti. Ma il barista Nino deve intanto fare i conti con la convivenza di una madre oppressiva, che a ogni compleanno gli regala una sgargiante giacca da lavoro di un colore diverso. E il disoccupato Petru con un boss locale che lo taglieggia con pretese di doni, vuole anche l’orologio e gli ori di famiglia, e pretende tangenti sullo stipendio futuro. In cima al muro si apre una finestra. Arrampicandosi su una scala è possibile osservare quel che accade di là, il mondo indecifrabile e ostile che sta all’esterno. Il mondo dei due è di qua, in questo retrobottega della vita. Di qua soltanto sembra conservarsi una possibilità di sopravvivere, nella soppressione dell’azione che invece ha uno sviluppo violento al di fuori. Più che la vicenda che arriva come un eco, conta del resto la situazione che si realizza sulla scena, il rapporto fra due umanità straniere l’una all’altra che si scoprono capaci di solidarietà.
Le Vie dei Festival sceglie di presentare due spettacoli della Compagnia Scimone Sframeli, Bar – spettacolo rivelazione e Premio Ubu nel 1997 – e Amore, l’ultima creazione assai apprezzata da critica e pubblico, Premio Ubu 2016. Il lavoro di Scimone infatti non teme lo scorrere del tempo, ambientato com’è in non luoghi e in un tempo astratto. Bar parla all’oggi esattamente come allora e accostare due lavori lontani nel tempo mette a fuoco immediatamente l’idea di un teatro “stabile” nel senso migliore del termine, non episodico e casuale, ma legato a una linea di ricerca chiara e coerente.Questa riproposta del teatro di Scimone-Sframeli da parte de Le vie dei Festival che li ha seguiti fin dal loro esordio, nasce anche da un avvio di collaborazione con l’Off/Off Theatre nuovo spazio di via Giulia diretto da Silvano Spada, che, dal 6 al 18 febbraio, presenterà Il cortile sempre con la regia di Valerio Binasco.
Spiro Scimone, autore, e Francesco Sframeli, regista, sono i due volti di un progetto teatrale unico nel suo genere, iniziato nel 1994 con Nunzio, scritto in dialetto messinese e andato in scena con la regia di Carlo Cecchi. Da allora hanno proseguito nel loro percorso totalmente indipendente, mettendo in scena spettacoli autenticamente contemporanei che hanno conosciuto un crescente gradimento del pubblico, la stima unanime della critica e tanti riconoscimenti internazionali. Dopo Bar (1997) e La festa (1999), messo in scena anche dalla Comédie Française, venne Il cortile (2003), coprodotto da prestigiosi festival europei, quindi La busta (2006), Pali (2009) e Giù (2012), fino all’ultima creazione Amore (2015), tutti spettacoli sempre in repertorio che, nel loro insieme, ci mostrano un teatro surreale e concreto al tempo stesso, con echi beckettiani e pinteriani, ma dotato di una propria forte originalità, grazie a una lingua drammaturgica che non è dialetto ma ne conserva l’immediatezza, alla costruzione di un linguaggio fatto di iterazioni, battute circolari, pause e silenzi e all’ambientazione in non luoghi domestici o pubblici. Scimone e Sframeli hanno diretto e interpretato il film Due amici (tratto dall’opera teatrale Nunzio) vincitore del Leone d’oro come miglior opera prima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2002. Gli spettacoli della Compagnia sono stati rappresentati in Inghilterra, Francia, Germania, Belgio, Spagna, Canada, Argentina, Portogallo, Olanda, Croazia, Grecia, Svezia e nei festival europei più prestigiosi, tra i quali il Festival d’Automne à Paris, il Kunsten Festival des Arts di Bruxelles, il Festival de Otoño a Madrid, il Festival internazionale di Rotterdam, il Festival de Almada-Portogallo, il Festival Internacional de Teatro Mercosur Cordoba, Zagreb Festival. I testi di Spiro Scimone sono tradotti in francese, inglese, tedesco, greco, spagnolo, portoghese, norvegese, croato, sloveno e pubblicati in Italia dalla Ubulibri.
Le vie dei Festival, diretto da Natalia Di Iorio, è un momento d’incontro, luogo di visioni privilegiate per gli spettatori più attenti che vogliono confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali. ‘Festival dei festival’, che da sempre presenta spettacoli e compagnie scelte tra le migliori delle manifestazioni dell’estate.