da venerdì 10 gennaio a domenica 2 febbraio • mostra
vernissage 10 gen ore 18
SPONDE
Ostia è Roma, ma Roma non è Ostia!
fotografie di Clelia Carbonari
ingresso gratuito
Una serie fotografica che esplora il rapporto dei giovani con il territorio di Ostia. Cosa significa crescere in periferia? In che modo, questo luogo, abbraccia e respinge le persone che lo abitano?
Ostia, il mare di Roma e decimo municipio, è una lingua di sabbia circondata dal mare, pineta e fiume Tevere, rimasta isolata sia geograficamente che politicamente dal centro di Roma. Chi cresce qui appartiene alla noia intervallata a qualche barlume, all’aria salata, agli aghi di pino e agli spazi ampi lasciati a se stessi. Sa di non essere solo un romano ma piuttosto si definisce Lidense.
“Mi confronto con i ragazzi che ho fotografato, sono loro che vivono a pieno il quartiere.
“Questo luogo è un crocevia, dove convergono persone di moltissimi posti”, mi dice Valerio.
Totta mi racconta della pineta, e di come “Ostia è rinascita, Ostia è un anziano che cerca pace dal traffico delle grandi città e un gruppo di giovani che si autogestisce per sfuggire alla noia.
Io dico sempre che Ostia è Roma, ma Roma non è Ostia. E, come nei piccoli paesi a volte si ritrova nei giovani un forte senso di evasione, tutto inizia a diventare troppo stretto.”
“Senza gli amici questo luogo non sarebbe lo stesso”, mi dice Giorgia, sono le persone che creano il quartiere. Conoscere questi luoghi come le proprie tasche, poter legare un ricordo a infiniti punti del quartiere è ciò che lo rende una grande casa, un senso di appartenenza che si estende fuori dalle mura domestiche.
Eppure questa casa è decadente, l’incuria del municipio e degli stessi abitanti le danno una sembianza di città fantasma, i cui detriti si accumulano. Ne parlo con Massimo e lui aggiunge: “Se ne vanno tutti e questo lascia solo un vuoto incolmabile e desertico che potrebbe essere riempito da qualcuno di diverso, se solo fosse possibile”.
Adriano invece mi ricorda che “Ostia è anche libertà, è l’aria salata che si sente appena scesi dal trenino, lo sguardo che si estende seguendo l’orizzonte del mare e il corpo che si rilassa.”
Clelia Carbonari
Clelia Carbonari, Roma 1992, laureata in fotografia a Londra, presso il London College of Communication, qui inizia ad interessarsi ai temi delle piccole comunità. Ad oggi la sua ricerca artistica si focalizza sui giovani, che vivono e crescono nelle periferie, accostando fotografie di ritratto a paesaggi. Vive e lavora a Roma, luogo della sua ricerca artistica dove è membro fondatore del collettivo Zona Incerta.
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