16/04/2015

giovedì 16 aprile ore 21.00

di e con Ulderico Pesce

PigrecoDelta – distribuzione teatrale

Asso di Monnezza racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali, che attanagliano l’Italia e che fanno arricchire pochi a discapito della salute di molti e dell’ambiente, tanto da far dire che il vero asso nella manica è “quello di monnezza”, vale a dire che l’immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento.
Asso di Monnezza rientra nel filone del Teatro Civile già percorso da Ulderico Pesce con Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente, molte delle indagini citate sono ancora in corso, e nello spettacolo si denunciano i Clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle ‘finte’ ditte di compost fertilizzante per l’agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici sulla terra agricola.

“Ho scritto Asso di monnezza nel 2005 e di ‘monnezza’ se ne parla ancora, sia di quella che produciamo nelle nostre case che di quella che producono le industrie. Entrambe dovrebbero essere smaltite attraverso metodologie rigorose ma, nel caso dell’Italia, sempre più spesso si ricorre alla malavita. La stampa si è occupata molto della spazzatura che ha invaso le strade della Campania e della Sicilia, perché l’immondizia era sotto gli occhi di tutti. Io, in Asso di monnezza, mi occupo anche di quella ‘monnezza’ che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene smaltita nell’ombra. Arsenico, cobalto, fosforo vengono prelevati soprattutto nelle industrie del Nord, che ne producono il 74%, e vengono scaricati nel Centro Sud: sulla terra agricola, nel mare, nei fiumi.
Due esempi: tra il 2004 e il 2005 solo a Villaliterno, in provincia di Caserta, sono stati versati sulla terra agricola 38.000 tonnellate di veleni chimici mentre nel mare di Taranto sono state gettate 90.000 tonnellate di idrocarburi. La Magistratura ha certificato tanti di questi episodi che dovrebbero essere puniti dal codice penale, invece di essere ‘puniti’ dal codice civile con un’ammenda pecuniaria. Ho intervistato giudici, gente che vive nelle vicinanze di discariche, ammalati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri ecc. e grazie al teatro, a una storia e a dei personaggi, voglio far conoscere il materiale che ho raccolto. Quand’ero bambino vedevo mia nonna che raccoglieva gli avanzi di cibo e i resti organici in un secchio di zinco e li andava a scaricare sotto un ulivo. Quando mi dava questo incarico ero pieno di gioia e andavo a mettere questa melma nutriente sotto la pianta con la convinzione di ‘dare da mangiare a un affamato’. Sono passati una trentina d’anni e a tutt’oggi mi sento di promuovere la raccolta differenziata porta a porta affinché la maggior parte dei rifiuti possa essere riciclata, invitando tutti ad una nuova modalità di vita, che è proprio quella di mia nonna; lei lo faceva per ‘necessità’ mentre noi dovremmo farlo per ‘scelta’.”
Ulderico Pesce