venerdì 16 e sabato 17 marzo ore 21
domenica 18 marzo ore 17.30
di Gianpaolo Pasqualino
con Federico Antonello, Giulia Mancini, Tano Mongelli, Gianpaolo Pasqualino, Zoe Pernici
costumi & grafica Giovanna Mazzola
videomaking Marco Drillo Foti
illustrazioni Giulia Privitera
produzione DIAPASON
“Che cosa è un’artista, una sorta di Cristo che sacrifica tutto e tutti per chi gli ha costruito la croce?”
“È possibile che Eichmann e i suoi milioni di complici stessero solo eseguendo degli ordini?”
Da queste due domande, dalla più misteriosa canzone di Lucio Dalla e da Orgia di Pasolini prende origine il nostro lavoro. Ad oggi, è ancora necessaria la figura dell’artista? Esiste ancora la libertà creativa? O più in generale, esiste ancora la libertà? L’artista come eroe sociale, come figura indispensabile allo sviluppo di una società al pari del dottore o dello scienziato, è ormai un’utopia ? E nel caso in cui lo fosse, cosa rimane da fare a questo esercito di uomini disarmati della loro linfa vitale? Rilanciare, tentando disperatamente di trovare una nuova forma d’arte, o abbandonare l’arte inesorabilmente alla sua agonia? Il secondo spunto di riflessione è la frase che diede il via all’esperimento di Stanley Milgram.
Milgram reclutò dei volontari tramite un annuncio su un giornale. Fu loro comunicato che avrebbero collaborato, dietro ricompensa, a un esperimento sulla memoria. Nella fase iniziale della prova Milgram, assieme a un collaboratore complice, assegnava con un sorteggio truccato i ruoli di “allievo” e di “insegnante”: il volontario ignaro era sempre sorteggiato come insegnante e il complice come allievo. L’insegnante doveva leggere all’allievo una serie di coppie di parole, compito dell’allievo era memorizzarne più possibile. In caso sbagliasse gli accoppiamenti, l’insegnante doveva infliggere una scossa elettrica, aumentando l’intensità a ogni errore dell’allievo. Contrariamente alle aspettative, nonostante i 40 soggetti dell’esperimento mostrassero sintomi di tensione e protestassero verbalmente, una percentuale considerevole di questi obbedì pedissequamente allo sperimentatore. L’esperimento risale al 1961. Perché sentiamo il bisogno di parlarne ancora? Perché l’esperimento è stato replicato nel 2011 ed ha ottenuto pressoché gli stessi risultati. Dunque non è solo la libertà creativa, ad essere in pericolo, ma il libero arbitrio stesso. Dov’è dunque la soluzione? Votare la propria vita ad una causa apparentemente perdente o vivere in un compromesso illusorio e meraviglioso? Due artisti bolognesi hanno risposto a questo interrogativo con la loro vita, ispirando la drammaturgia di “Come è profondo il mare”: Lucio Dalla e Pier Paolo Pasolini.
Entrambi, anche se in maniera diversa, hanno tentato disperatamente di ridonare all’artista dignità, libertà intellettuale e forza sociale, anche a costo di mettere a repentaglio la loro stessa sopravvivenza di artisti e di uomini. “Come è profondo il mare” è il primo spettacolo prodotto dalla Compagnia DIAPASON e si pone come suo manifesto artistico, tra l’importanza della figura dell’attore nella società e il peso etico dell’onestà drammaturgica.
Spettacolo frutto della residenza ERT ‐ ARENA DEL SOLE, con il sostegno di REGIONE EMILIA ROMAGNA, in collaborazione col CENTRO LA SOFFITTA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
BIGLIETTI
intero 10,00 Euro
ridotto 8,00 Euro
giovani 7,00 Euro
prezzo speciale GIFT CARD 7,50 Euro
info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it