giovedì 27 e venerdì 28 aprile ore 21 | teatro
Compagnia ZiBa
LA TANA
drammaturgia Laura Belli, Lorenzo Torracchi, Marco Cupellari
regia Marco Cupellari
interpreti Laura Belli, Lorenzo Torracchi
disegno luci e scene Compagnia ZiBa
produzione Compagnia Ziba
con il sostegno di Teatro Il Moderno di Agliana , Centro Culturale La Gualchiera di Montemurlo, Choessi Teather di Lichtensteig,Civica Accademia di Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, Scenaperta di Legnano, Associazione Amici di Anna di Milano
Un’allegoria grottesca e tragicomica di un atteggiamento dilagante: l’ignavia da salotto e lo spegnimento della coscienza che ci porta a pensare che ciò che succede al di fuori del nostro salotto, della nostra tana, non ci riguardi.
“Morire è tremendo, ma l’idea di morire senza aver vissuto è insopportabile”. Erich Fromm
Entrare nella Tana è immergersi in un mondo altro e familiare allo stesso tempo; due esseri si sono scavati il loro nido, comodo e chiuso, vi si sono accoccolati e rotolati e, un indefinito tempo dopo, lo spettatore li trova lì, cristallizzati, un po’ ammuffiti. Attraverso lo strato di muffa e terra, riesce ancora a intravedere gli esseri umani che furono, quasi familiari appunto, ma ormai diventati altro: due grotteschi personaggi, che, come topi, vivono nella loro tana: ballano, mangiano, giocano, dormono, guardano peppa pig. E fuori? Cosa succede? É un fuori visto, parlato, raccontato, ma non più vissuto. É sempre lì, presente nella sua assenza; dalla finestra ne arrivano gli echi: una festa di paese, piovono rane, si instaura una dittatura, qualcuno si sposa, il parlamento salta in aria. Il fuori bussa, domanda, ma loro non sanno o non vogliono rispondere. La domanda, però, resta, bussa, anche da dentro, e, per non sentirla, bisogna fare; qualcosa, qualunque cosa. Ignorarla, tamponarla anche a costo di…
La Tana vuole essere un’allegoria grottesca e tragicomica di un atteggiamento dilagante: l’inazione, l’ignavia da
salotto, l’indifferenza indifferenziata e lo spegnimento della coscienza in favore di una serenità narcotizzata, uno
strano individualismo che ci porta a pensare che ciò che succede al di fuori del nostro salotto, della nostra tana,
non ci riguardi. Può un essere umano galleggiare alla superficie della propria vita senza immergersi in profondità o
senza emergere e respirare il mondo.
Premio Inventaria 2016 – Selezione Cassino Off 2016
Menzione Speciale Premio Museo Cervi 2015
Premio Incroci Teatrali 2015
Premio del pubblico alla Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2014
Premio Giovani Realtà 2014 Giuria Docenti Accademia Nico Pepe